Giustizia sportiva, cambia tutto: mai più un caso Juve

da: Redazione

Niente più interventi della giustizia sportiva a campionati in corso. Anzi no. Però le eventuali penalizzazioni dovranno essere effettive solo dopo il completamento dei gradi di giudizio sportivo, quindi al capolinea del Collegio di garanzia dello Sport.

È stata una lunga giornata di voci quella di oggi relative a un intervento del governo sull’argomento. Dopo interlocuzioni fra i palazzi dello sport e della politica si sarebbe raggiunta una sorta di mediazione: nessun intervento drastico ma una norma per evitare il togli ridai e ritogli del caso Juve. Oggi il pre-consiglio dei ministri, a cui partecipano i tecnici, metterà a punto il testo che sarà poi approvato dal Cdm. In ogni caso, non ci sarà quella sorta di “embargo” della giustizia sportiva e che aveva provocato la reazione della Federcalcio. Peraltro già preoccupata per il caso Reggina con la decisione del Tribunale di Reggio Calabria che di fatto autorizza la Reggina a non sottostare alle norme federali in tema di pagamento dei versamenti fiscali e contributivi.

GLI INTERVENTI

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Della vicenda si era occupato in mattinata anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che aveva riferito la discussione in Giunta dove diversi interventi avevano sottolineato il buon funzionamento della giustizia sportiva anche nella collaborazione con la giustizia ordinaria. Malagò aveva anche parlato di un documento pronto per giungere a una velocizzazione dei tempi giudiziari nel rispetto dei diritti della difesa. Poche ore dopo i primi sussurri sull’intervento governativo. Che entrava però in un territorio a rischio imponendo una tempistica che dirottava tutti i verdetti a fine stagione. Prima di giungere alla soluzione finale, cioè l’esecutività delle sanzioni dopo l’ultimo grado di giudizio sportivo. Il ministro Andrea Abodi vuole comunque arrivare a un intervento che eviti qualsiasi rischio di violare un’equa competitività con un’incertezza sul reale stato delle cose in classifica. Un tentativo che deve trovare però una corsia normativa tale da impedire che uno scandalo a ottobre debba aspettare giugno per essere sanzionato. Nelle prossime ore se ne saprà di più, mentre nel prossimo Cdm arriverà la famosa riforma del tetto dei mandati (oggi fissato a tre dopo la fine della disposizione transitoria) dei presidenti federali e degli altri organismi sportivi, a livello territoriale e nazionale. A quanto sembra, però, si tratterà di un intervento soft che non sconvolgerà l’attuale normativa.

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