Passa la riforma della Figc: la Lega Serie A spaccata sul voto

da: Redazione

Il 4 novembre doveva essere un appuntamento fondamentale per il calcio italiano, e così è stato. Nell’assemblea straordinaria che si è tenuta all’Hilton Hotel Airport di Fiumicino, è stata approvata ad ampia maggioranza la proposta di modifica di statuto della Figc presentata dal presidente Gabriele Gravina: nel dettaglio, i voti favorevoli sono stati l’83,3%, mentre i contrari il 6,4% e gli astenuti il 10,3%. Ad uscirne spaccata è la Serie A, visto che dodici squadre si sono astenute, invece di votare in maniera contraria come da “indicazioni” del presidente di Lega, Lorenzo Casini.

“Pensare che una Lega possa credere di risolvere i suoi problemi con un consigliere in più o in meno o una percentuale in più o in meno è veramente superficiale come approccio. Mi sembra di aver visto che un piccolo cambiamento c’è stato, la Lega di A comincia a rendersi conto che forse non tutto quello che è stato detto negli ultimi due/tre mesi è sbagliato. Quindi, considero quella di oggi una data fondamentale per il calcio italiano“, ha commentato il presidente Gravina a tal proposito. Dal canto suo, Casini ha parlato di “occasione mancata, perché con le nostre proposte avremmo raggiunto un punto di maggiore equilibrio. Ci auguriamo comunque che sia l’inizio di un nuovo percorso in cui la Serie A possa cominciare a contare un po’ di più”. Sul nodo-astenuti, Casini ha chiosato: “C’è stata compattezza nel non votare a favore. Ricorso? È già stato depositato, poi faremo un’assemblea per decidere i prossimi passi. Bastava poco per venirsi incontro”.

Una delle questioni più dibattute per la riforma dello statuto, come noto, è quella riguardante la riformulazione dei pesi elettorali e delle rappresentanze in Consiglio Federale, composto ora per il 36% dalle leghe professionistiche (18% Lega Serie A, 6% Lega Serie B e 12% Lega Pro) e per il 34% dalla Lega Dilettanti, con il 20% agli allenatori e il 10% ai calciatori. La B, quindi, ha guadagnato un consigliere, passando da uno a due: “Approviamo con favore l’arrivo del secondo consigliere, in questi anni ci siamo concentrati molto sulla valorizzazione dei giovani. Inoltre, sono cresciuti i nostri introiti anche verso l’erario, anche se, come tutti, non stiamo vivendo un periodo positivo, come calcio italiano“, ha commentato il presidente Mauro Balata.

Il presidente della Lega Pro, Matteo Marani, invece, ha tenuto a rivendicare il proprio atto di responsabilità, dopo aver ceduto un consigliere: “Abbiamo avuto un atteggiamento forse atipico in queste situazioni, abbiamo cercato di essere costruttivi. Non sono i numeri a fare la forza di una Lega, ma le idee, i contenuti e i giovani. Quando la Serie A e la Serie B ragionano in relazione alla Serie C, ricordino che noi siamo un laboratorio anche dei loro giovani e di tutto il calcio italiano“. Infine, in fase di presentazione delle proposte, il presidente della Lega Dilettanti, Giancarlo Abete, aveva confermato l’appoggio alla federcalcio, attaccando, invece, la Serie A: “Il suo emendamento presentato (e successivamente dichiarato inammissibile, ndr) ci toglie il 10% e due consiglieri, senza che ci fosse stata nessuna richiesta. Se il buonsenso vuol dire chiedere l’impossibile per poi cercare una mediazione, non ci siamo. Non siamo disponibili a cedere nemmeno lo 0,1% del nostro 34%“.

“Gli astenuti? Si è voluto esprimere un non dissenso nei confronti della proposta di Gravina. C’è un dibattito aperto nella Serie A che va affrontato. Vanno prese posizioni di non belligeranza nei confronti della federazione. Serve un confronto costruttivo per entrambe le parti”. Lo ha detto il presidente dell’Inter, Giuseppe Marotta, all’uscita dall’assemblea straordinaria per la modifica dello statuto FIGC. “Quello che dispiace personalmente come dirigente è quest’aria di conflittualità che sfocia anche in personalismi che bisogna eliminare – ha aggiunto il numero uno nerazzurro – Io sono per la diplomazia, bisogna ottenere risultati senza scontri o muro contro muro. La Serie A rivendica alcuni diritti, ma si possono ottenere miglioramenti con un confronto schietto, democratico e rispettoso”.

Italpress

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