Edoardo Bove ha seguito la partita della Fiorentina contro l’Empoli tramite il cellulare ieri sera, ma ora la domanda che sorge riguarda i suoi prossimi passi. Le informazioni sul suo futuro e le sue condizioni sono ancora scarse, ma secondo quanto riportato da La Repubblica, i risultati degli esami genetici dei test che arriveranno nelle prossime settimane sono cruciali. Nel frattempo, è stata effettuata una risonanza magnetica che ha rilevato una cicatrice nel ventricolo sinistro del cuore, area da cui potrebbe essersi originata la crisi elettrica.
Ma come è possibile che, nonostante il calciatore abbia regolarmente svolto le visite per l’idoneità agonistica e fosse stato sottoposto a una risonanza magnetica dopo il Covid del 2020 (su indicazione dello staff medico della Roma), questa cicatrice non fosse mai stata rilevata? La risposta, secondo La Gazzetta dello Sport, sta nel fatto che una risonanza magnetica non può garantire al 100% che le cicatrici, pur visibili dopo un arresto cardiaco, vengano individuate.
Per quanto riguarda il futuro di Bove, La Repubblica anticipa che i cardiologi dell’ospedale Careggi potrebbero impiantare un defibrillatore cardiaco sottopelle già nei prossimi giorni. Questo dispositivo, che consente di monitorare eventuali sbalzi del cuore, è previsto dalle linee guida internazionali per chi ha subito un arresto cardiaco causato da un’aritmia e che ha richiesto una defibrillazione. L’intervento dovrebbe essere effettuato in anestesia locale, e con il defibrillatore Bove potrà condurre una vita normale, ma il ritorno in campo è ancora incerto.
Nel contesto italiano, infatti, le normative per l’idoneità agonistica sono molto restrittive. Dopo l’impianto di un ICD (defibrillatore cardiaco impiantabile), devono passare almeno sei mesi prima che venga concessa l’idoneità. Inoltre, in Italia, chi ha un ICD può praticare solo attività fisiche di basso livello e senza contatti fisici con gli avversari, poiché l’impianto potrebbe danneggiarsi.