Redazione
Questa mattina si è tenuta, tramite collegamento video, l’Assemblea della Lega Serie A. All’inizio della riunione, è stato osservato un minuto di silenzio in memoria di Joe Barone, direttore generale della Fiorentina, scomparso martedì scorso. Durante l’assemblea sono stati affrontati vari argomenti, tra cui spicca l’assegnazione dei diritti audiovisivi internazionali per il periodo 2023-2027 a Romania, Malta e Islanda. Per Malta e Islanda, sono stati assegnati anche i diritti relativi alla Coppa Italia e alla Supercoppa italiana per lo stesso intervallo di tempo.
Al termine dei lavori, è stato pubblicato un comunicato che annuncia la definizione della quota audience certificata, come previsto dal Decreto Lotti, indispensabile per la ripartizione delle risorse derivanti dai diritti televisivi per l’attuale stagione sportiva.
Il Catania non presenterà ricorso contro le porte chiuse in finale di Coppa Italia
Il Catania Football Club ha accettato la sanzione comminata dal Giudice Sportivo a seguito dei disordini registrati allo stadio “Eugenio”, decidendo di non presentare ricorso contro il provvedimento che dispone la chiusura delle porte dello stadio “Angelo Massimino” in occasione della partita Catania-Padova, programmata per martedì 2 aprile.
La decisione è stata confermata tramite una nota ufficiale diramata dalla società.
“Vogliamo ispirare la comunità di Catania e consentirle di essere orgogliosa dei valori del club, che in questo caso incidono profondamente sulla nostra scelta. Il primo di questi valori è il rispetto che nutriamo per le istituzioni, per le forze dell’ordine che si prodigano affinché tutti possano partecipare alla festa dello sport, per le persone offese dal teppismo e per i tifosi rossazzurri amareggiati, per le famiglie che vogliono vivere lo stadio con gioia e spensieratezza, per le regole e per il calcio.”
“Oggi, pur nell’assoluta certezza di aver fatto tutto ciò che poteva essere richiesto a una società sotto l’aspetto comportamentale e organizzativo, rinunciamo al nostro diritto di condannare concretamente la violenza, per offrire l’esempio con un segnale forte e chiaro, per dare un motivo d’orgoglio a chi vorrà apprezzare questa scelta etica: con coraggio, andiamo incontro alle conseguenze sportive ed economiche della responsabilità oggettiva configurata dal Giudice Sportivo“.
L’Ascoli ne fa 4 al Lecco e torna a respirare ossigeno verso la corsa salvezza. Primo tempo ricco di rigori (tre), ma poi i bianconeri dilagano nella ripresa. Al 4′ Streng va in gol di testa, ma è fuorigioco. Dopo tre minuti Di Tacchio spara alto da buona posizione. A passare avanti è però il Lecco al 14′ su rigore con Lepore dopo che il var aveva richiamato l’arbitro per un tocco di braccio di Zedadka in area. L’Ascoli torna subito in partita al 19′ sempre su rigore di Caligara dopo un precedente fallo di Capradossi su Rodriguez. Al 27′ sempre Capradossi non trova la deviazione a porta vuota davanti a Viviano sugli sviluppi di un corner. Al 42′ il sorpasso bianconero sempre su rigore di Caligara dopo un fallo di Capradossi su Masini. Nella ripresa Viviano salva subito tre volte (6′) sulle conclusioni ravvicinate di Buso e Crociata. Lecco di nuovo pericoloso al 23′ con Guglielmotti che di testa non trova la deviazione vincente sulla linea di porta. Ma è l’Ascoli a trovare di nuovo il gol al 26′ con un gran tiro di sinistro di Bellusci da fuori area su corner di Falzerano. La gara si chiude di fatto al 41′ con il poker dell’Ascoli firmato dal neo entrato Duris che sfrutta una indecisione della difesa ospite e di sinistro di controbalzo batte Melgrati.
IL TABELLINO
ASCOLI (3-4-1-2): Viviano 6; Vaisanen 6, Bellusci 7, Mantovani 6;
Falzerano 6, Masini 6, Di Tacchio 6, Zedadka 6 (39′ st Nestorovski sv); Caligara 7 (27′ st Giovane sv); Streng 6 (27′ st Duris 6.5), Rodriguez 6.5 (39′ st Celia sv).
In panchina: Bolletta, Vasquez, D’Uffizi, Milanese, Bayeye, Valzania, Tavcar, Maiga Silvestri.
Allenatore: Carrera 7.
LECCO (4-4-2): Melgrati 6; Lemmens 6 (1′ st Guglielmotti 6), Ierardi 6 (24′ st Bianconi sv), Capradossi 5, Lepore 6.5; Parigini 6 (31′ st Lunetta sv), Galli 6 (24′ st Listokowski sv), Degli Innocenti 6, Crociata 6; Novakovich 6 (1′ st Buso 6). Inglese 6.
In panchina: Saracco, Sersanti, Salcedo, Caporale, Frigerio, Ionita, Beretta.
Allenatore: Aglietti 5.5.
ARBITRO: Rutella di Enna 6.
RETI: 14′ pt Lepore (rig), 19′ Caligara (rig), 42′ pt Caligara (rig), 26′ st Bellusci, 41′ st Duris.
Spettatori: 6.909. Ammoniti: Zedadka, Lemmens, Falzerano, Guglielmotti. Angoli: 5-4. Recupero: 3′; 4′.
Catania-Padova a porte chiuse, il club veneto: “Decisione che penalizza anche noi”
“Il Calcio Padova, viste le decisioni assunte in merito alla disputa della finale di ritorno della Coppa Italia Serie C a porte chiuse, con il massimo rispetto e senza voler entrare nel merito delle decisioni del Giudice Sportivo, non può non constatare che la conseguenza pratica di tali decisioni penalizza in egual modo entrambe le società ed entrambe le tifoserie, sebbene i comportamenti non siano nemmeno lontanamente paragonabili”.
È quanto si legge in una nota del Padova dopo la decisione del giudice sportivo di far disputare una gara a porte chiuse al Catania a seguito degli incidenti di martedì nella città euganea in occasione della finale di Coppa Italia di serie C. La gara a porte chiuse sarà in occasione della finale di ritorno.
“Il Calcio Padova coglie l’occasione per ringraziare i propri sostenitori per aver mantenuto la calma, compatibilmente con la drammatica ed imprevista situazione ed elevata pericolosità degli atti compiuti dai facinorosi tifosi ospiti entrati nel recinto di gioco. Un grazie inoltre alle Forze dell’Ordine per l’intervento ed il costante supporto. La società biancoscudata auspica che, sin da ora, si possa tornare a parlare soltanto di sport, di aggregazione e di sostegno sano alle proprie squadre del cuore” conclude la nota.
Sanzione della disputa di una gara casalinga a porte chiuse e di euro 10.000 di ammenda per il Catania. Lo ha deciso il giudice sportivo di serie C dopo quanto avvenuto nel corso della finale di andata di Coppa Italia di serie C disputata martedì sera a Padova. Oltre alla sanzione della disputa di una gara casalinga a porte chiuse, il Giudice ha anche comminato un’ammenda di 10.000 euro alla società etnea. Inoltre, “dispone che la sanzione della disputa di una gara casalinga a porte chiuse sia scontata in occasione della gara successiva di Coppa Italia Serie C che la Società Catania disputerà dopo la data di pubblicazione della presente decisione (Finale di Ritorno Coppa Italia Serie C del 2 aprile 2024). Tra i calciatori, un turno di stop per Welbeck (Catania), Kirwan (Padova). Ammenda di 5.000 euro per il Padova.
All’origine della decisione della gara a porte chiuse per il Catania la rilevazione che “i sostenitori del Catania, posizionati nel Settore Curva Nord, hanno lanciato: durante l’ingresso in campo delle squadre, tre petardi di notevole intensità nel recinto di gioco, senza conseguenze; al 13° minuto del primo tempo, un fumogeno e un petardo di notevole intensità nel recinto di gioco, senza conseguenze; al 27° minuto del primo tempo, un petardo di notevole intensità nel recinto di gioco, senza conseguenze”.
Inoltre, “al termine del primo tempo e successivamente al rientro delle squadre e della Quaterna Arbitrale negli spogliatoi, una parte dei tifosi (circa 150 unità) del Catania entrava nel recinto di gioco, attraverso uno dei varchi di accesso al campo posizionato nell’angolo Nord-Est del Settore Ospiti; tali tifosi si dirigevano in prossimità dei tifosi avversari occupanti il Settore Tribuna Est e prelevavano uno striscione posto sulla recinzione; lanciavano numerosi fumogeni verso il Settore Tribuna Est occupato dai tifosi avversari. Tali fumogeni venivano raccolti dai tifosi del Padova e rilanciati all’indirizzo dei tifosi del Catania che stazionavano nel recinto di gioco”.
“Il lancio ed il rilancio dei fumogeni si ripetevano più volte fino all’intervento delle Forze dell’Ordine. Nel frangente, una parte della tifoseria del Catania che era rimasta nel Settore Curva Nord Ospiti, lanciava nel recinto di gioco tre petardi all’indirizzo delle Forze dell’Ordine impegnate a sedare la tifoseria che invadeva il recinto di gioco, senza conseguenze. Lo scontro tra i tifosi del Catania e le Forze dell’Ordine proseguiva per alcuni minuti anche all’interno della Curva Nord Ospiti. Le condotte poste in essere dai tifosi del Catania hanno determinato un ritardo di 4 minuti sull’orario di inizio del secondo tempo.
Durante gli scontri il dirigente del servizio dell’Ordine Pubblico accusava un malore, tale da rendere necessario l’intervento del personale medico presente sul terreno di gioco e il successivo trasporto in ospedale per ulteriori accertamenti. Dal referto del Commissario di Campo è emerso altresì che i tifosi del Catania hanno danneggiato due vetrate di separazione del Settore Curva Nord Ospiti dal recinto di gioco e un parapetto al varco di accesso al campo di gioco del Settore Tribuna Est”.
Mai un’Italia così splendida al Sei Nazioni. Dopo la vittoria contro la Scozia all’Olimpico di Roma e il pareggio in Francia, la squadra italiana di rugby conclude il Sei Nazioni 2024 con un secondo trionfo, battendo il Galles 24-21 in una partita più decisa di quanto lo score possa suggerire. Il team guidato dal ct Quesada termina il torneo con due sconfitte (contro Irlanda e Inghilterra), due vittorie e un pareggio. Una nota di merito è l’addio al cucchiaio di legno, simbolo dell’ultima posizione, che dopo undici anni passa al Galles.
L’inizio promettente dell’Italia vede Garbisi segnare i primi punti al 6′ con una punizione. Segue un altro punteggio di Garbisi e la prima meta del match da parte di Ioane al 20′. Nonostante una reazione del Galles, l’Italia mantiene la difesa e chiude il primo tempo in vantaggio. Nella ripresa, gli azzurri sfruttano le debolezze difensive gallesi, segnando la seconda meta con Pani, e mantenendo il controllo del gioco fino alla fine, nonostante le due mete gallesi nel finale.
La vittoria finale di 24-21 non solo segna il miglior Sei Nazioni di sempre per l’Italia ma relega anche il Galles all’ultimo posto, consegnandogli il cucchiaio di legno. È festa azzurra per un risultato storico che dimostra il progresso e la resilienza del rugby italiano.
Massimiliano Curti (ITALPRESS)
Giovanni Bucaro si dimette dalla guida del Pescara (serie C, girone B). È la stessa società abruzzese ad annunciare di “aver preso atto delle dimissioni del mister dalla carica di allenatore della prima squadra. La società ringrazia il tecnico per il lavoro svolto in questo periodo in biancazzurro e augura le migliori fortune professionali“.
Le dimissioni di Bucaro, chiamato a sostituire Zeman il mese scorso, arrivano il giorno dopo la pesante sconfitta per 5-1 col Rimini.
Jasper Philipsen è il trionfatore della 115esima edizione della Milano-Sanremo, nota come la Classicissima di Primavera, che si estende per 288 chilometri con partenza da Pavia e arrivo a Sanremo. Il corridore belga del team Alpecin-Deceuninck ha vinto la volata su Via Roma, superando all’ultimo l’australiano Michael Matthews (Team Jayco AlUla) e lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Emirates). Alberto Bettiol si è piazzato come il primo degli italiani, quinto all’arrivo, mentre Filippo Ganna ha incontrato un probabile guasto meccanico a 4 chilometri dal traguardo. Nonostante fosse il grande favorito, Pogacar non è riuscito a imporsi, tentando invano l’attacco sul Poggio. La Sanremo 2024 è stata animata da una fuga iniziale e vari tentativi di attacco negli ultimi metri, tra cui quelli di Matej Mohoric e Matteo Sobrero, ma senza esiti decisivi per la volata finale. Questa vittoria segna il 23° successo per il Belgio nella storia della corsa, con l’ultimo trionfo italiano che rimane quello di Vincenzo Nibali nel 2018.
Ordine d’arrivo della 115esima edizione della Milano-Sanremo:
- Jasper Philipsen BEL (Alpecin-Deceuninck) in 6h14’44”
- Michael Matthews AUS (Team Jayco AlUla) s.t.
- Tadej Pogacar SLO (UAE Emirates) s.t.
- Mads Pedersen DEN s.t.
- Alberto Bettiol ITA s.t.
- Matej Mohoric SLO s.t.
- Maxim Van Gils BEL s.t.
- Jasper Stuyven BEL s.t.
- Julian Alaphilippe FRA s.t.
- Mathieu Van der Poel BEL s.t.
Marcia, in Slovacchia vince il Perù: Picchiottino chiude settimo
Azzurri della marcia impegnati sulle strade di Dudince, in Slovacchia, nella tappa Gold del circuito mondiale.
Tra gli uomini chiude al settimo posto nella 20 chilometri Gianluca Picchiottino che torna ad avvicinare il record personale con il tempo di 1h21:47. Per il livornese delle Fiamme Gialle è un crono a soli undici secondi dal suo primato sulla distanza, stabilito cinque anni fa, mentre in questa stagione si è già messo in evidenza arrivando secondo nei 5000 agli Assoluti indoor di Ancona dove è sceso a 19:00.86. Finisce invece ventisettesimo Stefano Chiesa (Carabinieri) in 1h30:21. Successo al peruviano Cesar Augusto Rodriguez con il primato nazionale di 1h19:41 al termine del duello con l’ecuadoriano Brian Daniel Pintado che taglia il traguardo in 1h19:44. Si piazza decima al femminile la campionessa italiana Nicole Colombi (Carabinieri) in 1h32:54 un paio di settimane dopo aver conquistato il titolo tricolore della 20 km a Frosinone.
Vince il Perù anche in questa gara ma non con la bicampionessa iridata 2022 Kimberly Garcia che proprio a Dudince l’anno scorso aveva firmato il record del mondo nella 35 km e stavolta si ferma nelle fasi iniziali, al terzo chilometro. Davanti a tutte c’è Evelyn Inga che prevale in solitaria con 1h27:42 seguita dall’ucraina Mariia Sakharuk (1h29:14). Nella prova sui 35 chilometri, specialità che quest’anno non è inserita nel programma degli eventi internazionali, primo posto di Teodorico Caporaso in 2h34:44. Il marciatore campano della Virtus Emilsider Bologna, che sulla distanza ha un personale di 2h32:19 e ha indossato la maglia azzurra nella ‘cinquanta’ alle ultime due edizioni dei Giochi, riesce a staccare l’ecuadoriano Jinson Octavio Calderon, secondo in 2h41:38.