ROMA (ITALPRESS) – Con un gol di Lukaku, un sigillo di Pellegrini e due assist di Dybala la Roma batte 2-0 il Frosinone dell’ex Eusebio Di Francesco e ritrova la vittoria. All’Olimpico la squadra di Mourinho non convince fino in fondo sul piano del gioco ma, dopo la pesante sconfitta contro il Genoa, sale a quota otto in classifica. Si interrompe invece la striscia di imbattibilità di cinque giornate del Frosinone.
E’ dei ciociari la prima occasione. Al 17′ Soulè pesca Cuni che scatta alle spalle della difesa e salta Rui Patricio: il tiro da posizione defilata però è impreciso. Un errore che pesa, perchè cinque minuti dopo la Roma costruisce il vantaggio con le sue due stelle in attacco: Dybala pesca in area Lukaku, che si libera di due avversari e col sinistro batte Turati. Al 26′ Cuni ha un’altra chance: Soulè premia il suo taglio, ma l’attaccante albanese scuola Bayern col destro calcia alto. La Roma fatica ad organizzare una pressione coordinata e si affida più che altro alle sbavature tecniche dei ciociari. Al 30′ Pellegrini ruba palla e serve Lukaku: il belga scarica un destro potente ma Turati respinge coi pugni.
Al 57′ la Roma va vicina al 2-0. Dybala entra in area, salta sulla linea laterale Okoli e scarica per Lukaku con Monterisi che rischia l’autogol nel tentativo di deviare in angolo. Al 59′ l’argentino imbuca per l’inserimento di Bove, ma Turati in uscita sbarra la strada al classe 2002. Ci prova poco dopo anche Lukaku, ma la conclusione dalla destra del belga è altissima. Stesso esito anche per un tiro di Bove dai venticinque metri su scarico di Dybala. L’appuntamento dell’argentino con il secondo assist di giornata è rinviato all’83’. Sul suo cross da punizione, sbuca Pellegrini che al volo firma il 2-0 definitivo. Nel finale la stanchezza si fa sentire. E anche l’arbitro Marchetti ha i crampi. Otto i minuti di recupero ma il risultato non cambia più.
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BERGAMO (ITALPRESS) – Gara equilibrata e un punteggio quasi scontato, visto l’andamento del match. Finisce 0-0 la sfida tra Atalanta e Juventus: ai punti meglio i nerazzurri, ma alla fine le squadre si possono accontentate di un punto a testa. Buona prestazione per i bergamaschi, in vista del match contro lo Sporting, valido per l’Europa League; nel prossimo turno di campionato invece i bianconeri avranno il derby col Torino.
Solito 3-5-2 per la Juventus, orfana di Milik e Vlahovic. Massimiliano Allegri ha deciso di schierare il duo Chiesa-Kean con Locatelli in cabina di regia; modulo a specchio, o quasi, per Gian Piero Gasperini. Il tecnico nerazzurro si è affidato a Koopmeiners e Lookman, alle spalle del ristabilito De Ketelaere. Il belga, unico vero dubbio della gara, alla fine è partito dal primo minuto, con Pasalic e Muriel che sono subentrati poi dalla panchina. Il primo tempo è scivolato via su un andamento altalenante, con i bianconeri ad attendere e i padroni di casa a gestire il possesso: la vera occasione da gol della prima frazione è capitata a Zappacosta, col numero 77 che ha prima calciato su Danilo, poi ha sbucciato il pallone non trovando l’angolo giusto. La squadra di Allegri è uscita nel finale, ma il tiro di Fagioli – sugli sviluppi di un corner – è stato neutralizzato da Musso.
Nella ripresa il copione non è cambiato, con i bianconeri in difficoltà nel possesso e l’Atalanta a sprazzi: al 29′ Muriel ha sfiorato il gol del vantaggio su calcio di punizione, decisivo il tocco di Szczesny a deviare il pallone prima sulla traversa e poi in calcio d’angolo. Il colombiano ci ha riprovato a tre minuti dalla fine del tempo regolamentare: la sua conclusione dal limite è stata però respinta dalla difesa ospite. Koopmeiners, sempre su tiro di Muriel, pochi secondi più tardi, non è riuscito a ribadire in rete. Nel finale l’olandese, su un pallone pericoloso in area, non ha inquadrato lo specchio della porta.
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UDINE (ITALPRESS) – Pareggio amaro per il Genoa sul campo dell’Udinese: il 2-2 finale lascia non pochi rimpianti alla formazione di Alberto Gilardino, mentre consegna un punto per certi versi insperato alla compagine di Andrea Sottil. E’ l’autogol di Matturro, nel recupero, ad indirizzare il risultato della gara del “Bluenergy Stadium”. Arriva dopo soli quattordici minuti il vantaggio del Genoa, grazie all’errore vistoso in impostazione di Silvestri che favorisce il recupero palla da parte di Frendrup e il servizio per Gudmundsson, che conclude violentemente sotto la traversa e sigla l’1-0 rossoblù. La formazione di Gilardino appare in controllo della partita, ma l’Udinese reagisce e trova il gol del pareggio: è Lorenzo Lucca, al primo centro in Serie A, a sfruttare un pallone vagante all’interno dell’area di rigore del Genoa, girando rapidamente in rete e riportando in parità il punteggio. Appena tre minuti più tardi il Genoa ritroverebbe il gol, ancora con Gudmundsson, ma è il direttore di gara ad annullare tutto per una precedente posizione di fuorigioco. I liguri vanno però nuovamente vicini al secondo gol, stavolta con Malinovskyi, che su schema da calcio piazzato lascia partire dai trenta metri la conclusione che termina a centimetri dal palo alla sinistra di Silvestri. E’ solo un altro campanello d’allarme per la squadra di Sottil, che al 41′ si trasforma in gol, ancora con Gudmundsson, che stavolta riceve il pallone da Retegui e, aiutato da una deviazione, scarica il destro che si insacca alle spalle di Silvestri e vale il 2-1 del Grifone. L’Udinese però non ci sta e nella ripresa prova sin da subito ad aggredire alto il Genoa, creando tanta densità nella trequarti rossoblù e cercando l’assalto vincente per il gol del pareggio. La formazione di Gilardino, complice la stanchezza, abbassa i ritmi ma al 76′ riesce ad uscire dalla pressione bianconera e va vicina alla terza rete, prima con la conclusione da fuori di Gudmundsson respinta da Silvestri, poi con quella immediatamente successiva di De Winter dall’interno dell’area che termina però fuori di poco. Udinese presente e su uno degli ultimi assalti riesce a trovare la rete del pareggio grazie all’autogol, nato dal corner battuto da Samardzic, del neo entrato Matturro, sfortunato nella deviazione di testa che termina nella sua porta.
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Contro la Casertana, mai battuta al Pinto, i rossazzurri cercano una vittoria per cancellare delusioni e malumori
SALERNO (ITALPRESS) – L’Inter vince nel segno di Lautaro Martinez. In casa della Salernitana i nerazzurri si impongono 4-0 grazie al poker dell’attaccante argentino, che entra nella ripresa e cambia la partita: la squadra di Inzaghi risponde al Milan, entrambe le milanesi sono ora a quota 18 punti. I nerazzurri sfideranno il Benfica martedì sera, poi ci sarà il match col Bologna.
Tante occasioni sì, ma anche tanti errori di precisione in un primo tempo da dimenticare. L’Inter ha aggredito immediatamente la gara collezionando palle gol a ripetizione, a partire dal colpo di testa di Thuram prolungato in corner da Ochoa: nel giro di una manciata di minuti Sanchez ha sbagliato una girata di prima intenzione da dentro l’area piccola, poi Dumfries ha calciato alto un pallone arrivato sulla destra dopo gli sviluppi di una rimessa laterale. Dopo aver lasciato sfogare i nerazzurri la Salernitana ha ripreso in mano il gioco intasando gli spazi e presentandosi davanti a Sommer prima con Cabral poi con Kastanos, a un passo dal vantaggio dopo aver sganciato un mancino velenoso dal limite. Lo stesso Cabral, a pochi minuti dal termine del primo tempo, ha spaventato la banda di Inzaghi con una conclusione violenta da posizione decentrata. I soliti tre cambi – Mkhitaryan, Asllani e Lautaro rispettivamente per Klaassen, Calhanoglu e Sanchez -, hanno dato una scossa soltanto dopo un quarto d’ora: al 17′ Lautaro ha recuperato palla servendo Thuram, il francese ha messo in mezzo un pallone coi giri giusti trasformato in gol proprio dall’attaccante argentino. Dopo quattro minuti è arrivata la reazione immediata da parte dei campani, ma il pareggio di Legowski è stato annullato per una posizione irregolare del polacco. Il quarto d’ora magico del numero 10 si è concretizzato al 32′: pallone leggermente indietro di Barella, perfetto per la girata di prima intenzione e il gol del 2-0. Poi lo show, prima al 40′ su calcio di rigore, poi al 44′ su assist di Carlos Augusto.
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MILANO (ITALPRESS) – Il Milan batte la Lazio per 2-0 grazie alle reti di Pulisic e Okafor confermando il primo posto e lasciando i biancocelesti a leccarsi le ferite di un avvio di stagione disastroso. Sarri deve rinunciare a Immobile, uscito malconcio dalla sfida con il Torino, mentre Pioli punta su Giroud e Leao davanti. Prime fasi di studio, poi è Felipe Anderson a far aprire il sipario facendo tutto da solo, ma il suo sinistro finisce sull’esterno della rete mentre poco dopo è Zaccagni a testare i riflessi di Maignan che risponde presente alla conclusione centrale. Il Milan macina gioco, ma perde Loftus-Cheek per infortunio poco prima della mezz’ora con Pioli che inserisce Musah al suo posto. La grande occasione, per i rossoneri, arriva quasi allo scadere del primo tempo: il cross dalla destra trova Giroud pronto all’appuntamento, la girata del francese è respinta da Provedel che non trattiene. Sulla respinta arriva Rejinders che, da due passi, mastica il pallone prendendo il palo e divorandosi il vantaggio appena un attimo prima che l’arbitro Massa fischi due volte per mandare le squadre negli spogliatoi. Il secondo tempo inizia all’insegna della squadra di Pioli, che aggredisce il match cercando di prendere in mano la partita. E il lavoro dà i suoi frutti al minuto 60 quando Leao se ne va sulla sinistra e serve una palla arretrata in area per l’accorrente Pulisic. Sinistro di prima dell’americano e palla che gonfia la rete piegando le mani di Provedel per il vantaggio rossonero che stappa il match. La Lazio non riesce a reagire, Sarri ci prova con i cambi ma è sempre il Milan prima con Musah poi con Pulisic a fare paura prima che Okafor, a due minuti dalla fine, chiuda i conti con la rete del raddoppio che consegna al Milan altri tre punti e alla Lazio, che si vede anche annullare un gol a Pedro per fuorigioco di Immobile, un’altra sconfitta che rende questo inizio di stagione ancora più in salita per i biancocelesti.
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Tabbiani: “Accetto le critiche. Tramuteremo i fischi in applausi”
Le parole del tecnico del Catania alla vigilia del match contro la Casertana
LECCE (ITALPRESS) – Prestazione e risultato per il Napoli di Rudi Garcia, che batte per 4-0 il Lecce e sale momentaneamente al terzo posto della classifica, scavalcando proprio i salentini e restando vicino all’Inter capolista. Il Napoli impiega solo quindici minuti a sbloccare il risultato, grazie alla rete che arriva sugli sviluppi del calcio piazzato battuto ottimamente da Zielinski e sfruttato dallo stacco di testa di Ostigard, che chiude sul primo palo e confeziona l’1-0. Lecce che però non si scompone, continuando a cercare Strefezza e Krstovic. E’ proprio il numero 9 dei giallorossi a dare il primo segnale di reazione dei suoi, con lo slalom di Almqvist e il suo servizio proprio per Krstovic che scarica la conclusione sulla quale Meret deve intervenire in tuffo, fronteggiando anche una pericolosa deviazione. A centravanti risponde centravanti, con Simeone che a cinque minuti dall’intervallo va vicinissimo al gol del raddoppio, chiudendo lo scambio sulla trequarti con Zielinski e calciando forte con il destro mancando per centimetri il palo scoperto alla destra di Falcone. Nel secondo tempo il Napoli comincia come in avvio di gara, con Osimhen – entrato dopo l’intervallo per Simeone – che concretizza il raddoppio schiacciando di testa sul secondo palo sul cross dalla sinistra di Kvaratskhelia. Il Lecce risponde subito ma il gol di Strefezza viene annullato dal direttore di gara per un fallo di mano precedente di Krstovic. La squadra di Garcia mantiene così il doppio vantaggio e al 67′ prova anche a chiuderla con il neo entrato Raspadori, che dal limite dell’area prova a sorprendere Falcone con il tracciante indirizzato sul secondo palo, ma il portiere del Lecce è attento. Partita che resta dunque viva fino alle sue battute finali, in cui però è il Napoli chiudere i conti, prima con Gaetano, che a tu per tu con Falcone è lucidissimo nel siglare la rete che vale il 3-0, e poi col rigore al 95′ conquistato dallo stesso Gaetano e realizzato da Politano. Secondo successo consecutivo per il Napoli e un nuovo stop per il Lecce dopo la sconfitta esterna subita contro la Juventus.
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ROMA (ITALPRESS) – “Tre mesi fa c’era quasi un dramma a pensare che io potessi andare via, a Budapest ho detto a tutti che sarei rimasto. Dopo tre giorni, contro lo Spezia, l’ho detto anche ai tifosi. In estate ho avuto la più importante offerta che un allenatore abbia mai avuto nella storia del calcio e l’ho rifiutata per la parola data a tutti. Tre mesi dopo sembra che io sia un problema e questo non lo accetto. Non sono un problema”. Sono queste le parole di Josè Mourinho, allenatore della Roma, durante la conferenza stampa che precede la sfida dell’Olimpico con il Frosinone sulle critiche ricevute per l’avvio di stagione deludente. “Non ho paura dei fischi, se mi vogliono trovare mi trovano a Trigoria, la mia vita è qua. Io e i miei giocatori domani saremo li in campo a prenderci la responsabilità di quello che succederà, l’unica cosa che pensiamo è di vincere domani”, sottolinea lo Special One. “Se mi offrissero il rinnovo ora lo firmerei? Non mi piace parlare di situazioni ipotetiche. Non è successo quindi non posso rispondere. Io la mia parola la mantengo, sarò qui fino al 30 giugno 2024 per giocatori, tifosi e società. Solo una persona può dirmi che è finita ed è Friedkin. Se non mi caccia io rimango qui, sia in scadenza che con 10 anni di contratto”. Sulla partita dell’Olimpico contro il Frosinone dell’ex Di Francesco: “Vogliamo e dobbiamo vincere, senza cercare alcun tipo di alibi. Dobbiamo avere il coraggio di entrare in campo, ci sarà reazione di romanismo da parte del pubblico che può essere l’appoggio del pubblico o di scontento, dobbiamo avere rispetto per questa manifestazione e avere il coraggio di giocare contro una buona squadra che sta psicologicamente bene. Siamo consapevoli che sarà una partita difficile perchè sappiamo che avremo pressione extra. Abbiamo avuto due giorni per recuperare, non c’è niente di più da fare che avere coraggio. Dobbiamo giocarla al massimo”, termina Mourinho.
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TORINO (ITALPRESS) – “Di solito le partite contro loro sono sempre combattute, i nerazzurri sono in un ottimo stato di forma. Dovremo fare grande attenzione e avere un ritmo alto”. Così Massimiliano Allegri, tecnico della Juventus, in conferenza stampa in vista della sfida contro l’Atalanta, in programma domani alle 18 al Gewiss Stadium. La corsa per lo scudetto è ovviamente apertissima e l’allenatore del Milan, Stefano Pioli, ha indicato la Juventus come favorita dal momento che i bianconeri non hanno impegni nelle competizioni europee: “Guardare la classifica è poco importante, anche se rimanere nelle prime quattro aumenta autostima e fa lavorare in maniera più tranquilla. Il nostro obiettivo è stare tra le prime quattro, col desiderio di fare grandi cose. Stiamo crescendo. Parlare di queste cose non serve a nulla, non è un’equazione matematica che chi non gioca le coppe è favorita in campionato. Lo dimostrano i numeri delle scorse annate”. I bianconeri sono reduci dalla vittoria di misura con il Lecce, che ha ristabilito il morale del gruppo dopo il ko col Sassuolo: “Vlahovic domani non ci sarà perchè ha il solito problema alla schiena e ieri si è fermato. Rientrerà Kean – da titolare – e non ci sarà Milik che dopo l’allenamento post gara ha sentito il polpaccio un pò strano e abbiamo deciso di attenderlo, così martedì sarà con la squadra. Avremo Mancini della Next Gen che sarà convocato”. Poi sulle parole di Giuntoli, protagonista oggi di un’intervista nella quale ha avuto solo belle parole per il suo tecnico: “Credo che abbia centrato in pieno tutte le cose. Ci sono delle partite che giochi bene e altre meno bene, ci sono gli avversari. Vincere le partite non è facile, soprattutto nel calcio italiano. Col Lecce abbiamo giocato una partita intelligente. Io punta di diamante? Ringrazio il direttore, ma le punte di diamante sono i giocatori”. Nelle ultime due gara allo Stadium si è sentito qualche fischio. “Sono situazioni che devono essere vissute come stimolo. L’anno prossimo se la Juventus giocherà in Champions è un risultato per tutti, bisogna essere concentrati su questo. Sia chi è dentro la Continassa ma anche i tifosi stessi che possono darci una grossa mano”. Infine, sul fatto che il match con i nerazzurri possa essere un test di maturità per i suoi, il tecnico bianconero dice: “Abbiamo già avuto uno scontro diretto con la Lazio e domani un altro con l’Atalanta, che è una squadra fisica e aggressiva e bisognerà farsi trovare pronti. Non è che domani finisce il campionato però”.
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