MARANELLO (MODENA) (ITALPRESS) – “Abbiamo ricaricato le batterie e siamo pronti ad affrontare la seconda parte della stagione. Vogliamo ripartire da quanto di positivo si è visto in Belgio, ovvero un ottimo lavoro di preparazione e una buona esecuzione in gara sia a livello di strategie che di passo, di gestione gomme e di pitstop: fattori che, messi tutti insieme, ci hanno permesso di raccogliere un podio meritato con Charles”. E’ questo l’auspicio di Frederic Vasseur, team principal della Ferrari, in vista dell’appuntamento di Zandvoort che segna il ritorno in pista della Formula Uno dopo la sosta estiva. “Saremo come sempre focalizzati su noi stessi ben sapendo che su una pista corta come Zandvoort i valori alle spalle della Red Bull saranno ancora più ravvicinati rispetto a Spa-Francorchamps – aggiunge – La qualifica in Olanda è particolarmente importante e le prime dieci posizioni della griglia di partenza probabilmente si decideranno sul filo dei millesimi. Faremo il massimo per curare ogni dettaglio e mettere Charles e Carlos in condizione di sfruttare al massimo la loro SF-23. Ci attende un weekend molto intenso”. In Olanda farà il proprio debutto stagionale alla guida della SF-23 Robert Shwartzman: il reserve driver della scuderia salirà sulla vettura di Carlos Sainz nella prima sessione del venerdì come previsto dal regolamento, che vuole che in almeno una occasione ciascuno dei piloti titolari ceda il posto a un giovane. Shwartzman lo scorso anno salì sulla F1-75 in occasione delle prove libere ad Austin (Gran Premio degli Stati Uniti) e a Yas Marina (Gp di Abu Dhabi).
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Redazione
Gravina “Mancini? Ci sono rimasto male. Spalletti l’uomo giusto”
ROMA (ITALPRESS) – “Sono amareggiato. Ci sono rimasto male. Non porto rancore, ma i tempi di questo divorzio mi lasciano perplesso”. Gabriele Gravina, intervistato dal “Corriere della Sera”, parla per la prima volta del divorzio improvviso da Roberto Mancini, che lo scorso 13 agosto ha rassegnato le dimissioni da ct. “Roberto non mi ha mai detto che voleva andarsene. E’ stato un fulmine a ciel sereno. Ho sentito parlare di dimissioni per la prima volta dalla moglie, Silvia Fortini, che è il suo avvocato, il giorno prima che arrivasse negli uffici della Federcalcio una pec formale. Considerati i rapporti personali avrei apprezzato di più se Mancini mi avesse espresso la sua volontà guardandomi negli occhi”. Gravina è deluso: “Continuo a chiedermi perchè Mancini abbia detto certe cose. E mi chiedo se le ha dette per davvero, perchè sa benissimo che la realtà è il contrario esatto di quanto ha dichiarato. Tutti e tre, io, Roberto e Silvia, sappiamo cosa è successo veramente”. La fiducia, assicura il presidente Figc, “era totale e l’ho dimostrata con i comportamenti. A Palermo, dopo la sconfitta con la Macedonia che ci è costata il Mondiale in Qatar, sono andato in conferenza con lui. Ho messo la mia faccia per difendere la sua. Se non avessi avuto fiducia lo avrei messo sotto contratto sino al 2026? E lo avrei promosso coordinatore dell’Under 21 e Under 20?”. Anche la questione dello staff rivoluzionato non lo convince: “Solo Evani, che non ha accettato un altro ruolo, era uscito. E abbiamo rafforzato il gruppo con Barzagli e Gagliardi indicati da lui”. Quelle dell’ormai ex ct azzurro “sono state dichiarazioni sconfortanti, inappropriate e offensive nei miei confronti. Non rinnego il rapporto di amicizia con Roberto, che ha sempre dimostrato stile. Spero riveda la sua posizione. Anzi, vado oltre e vi dico: chiamatelo perchè non posso credere che si sia espresso così. Le motivazioni di Mancini sono deboli e superficiali. E se andasse in Arabia sarà lui a spiegare le ragioni della sua scelta”. Ma Mancini è ormai il passato, la Figc ha deciso di puntare su Spalletti “perchè ha vinto lo scudetto facendo emozionare Napoli e tutti quelli che amano il calcio, è una guida forte e sicura, ha esperienza e un gioco brillante. Ma soprattutto perchè, già alla prima telefonata, ha mostrato un entusiasmo contagioso. E’ un tecnico all’avanguardia, che lavora sempre per migliorarsi. L’uomo giusto al posto giusto. Il primo nome a cui ho pensato. Una scelta romantica e ponderata, perfetto per ciò che abbiamo in testa: portare avanti il rinnovamento puntando sui giovani. La clausola? I nostri avvocati mi hanno rassicurato: potevamo parlare con lui, il resto è una questione tra Luciano e il suo vecchio club”. E a questo proposito, Gravina rivela: “Con De Laurentiis ci siamo sentiti. Ma non mi aspettavo niente di diverso da quanto è successo. Altre cose, invece, non mi aspettavo. Che De Laurentiis parlasse del contratto di Mancini. Un contratto che non conosce. Mi è sembrata una invasione di campo. Certe dichiarazioni mi sono sembrate inopportune come quando ha detto che se volevamo Spalletti avremmo dovuto pagare…Luciano stesso mi ha subito detto che la clausola è un problema tra lui e il Napoli. E la Figc non ha mai pensato di subentrare”.
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BUDAPEST (UNGHERIA) (ITALPRESS) – Gianmarco Tamberi è medaglia d’oro al termine della finale del salto in alto maschile dei Mondiali di atletica, in corso a Budapest. Il 31enne marchigiano, delle Fiamme Oro, campione olimpico a Tokyo2020, ha sbagliato una volta a 2.25, misura superata al secondo tentativo. Poi ha passato alla prima prova i 2.29, i 2.33 e i 2.36 (miglior salto dell’anno). La stessa misura è stata poi superata al secondo tentativo dallo statunitense JuVaughn Harrison. Tre errori a 2.36 per l’amico di Tamberi, ovvero Mutaz Essa Barshim (Qatar), che ha condiviso l’oro di Tokyo con l’azzurro. Per lui medaglia di bronzo. Tamberi ed Harrison si sono poi giocati il primo e il secondo posto del podio a 2.38. Tre errori per lo statunitense. Quindi oro per Tamberi, che ha commesso due errori. L’italiano ha vinto in virtù del miglior salto a 2.36. Poi l’azzurro ha provato vanamente la misura di 2.40. A ruota è partita la festa per il marchigiano. E’ campione di tutto: per lui titolo olimpico, oro europeo e ora quello iridato. Bello il tuffo nella riviera dei 3000 siepi, fatto assieme al marocchino Soufiane El Bakkali, per celebrare le rispettive medaglie d’oro (nell’alto dell’azzurro e nelle siepi dell’africano). E’ la terza medaglia per gli italiani a Budapest, dopo l’argento di Fabbri nel getto del peso e il bronzo di Palmisano nei 20 km di marcia.
“E’ pazzesco. E’ una cosa unica. Mi sento ripagato di tutti i sacrifici fatti. La sensazione di stasera non la posso descrivere. Battere tutti questi campioni è una cosa pazzesca. Avevo fatto un grande riscaldamento e sapevo che dovevo restare concentrato per non ‘distruggermi’ da solo”, ha detto l’azzurra a fine gara. “Ha funzionato la mia tattica e il mio modo di approcciare la gara. Dopo dodici anni il cambio di coach è avvenuto perchè le cose non funzionavano più. Ma sono qui anche per tutto quello che mi ha insegnato mio padre. Poi, devo ringraziare il mio nuovo team per come mi ha accompagnato in questo percorso verso questa medaglia che mi mancava tanto. “Non ci parliamo da tempo io e mio papà ma questa medaglia è anche sua e per lui”, ha concluso Gimbo Tamberi.
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ROMA (ITALPRESS) – Subito una medaglia per la squadra azzurra nella prima giornata di finali dei Mondiali di Pentathlon Moderno, in corso a Bath, in Inghilterra. A conquistarla Maria Beatrice Mercuri (Fiamme Oro) e Aurora Tognetti (Carabinieri), argento nella staffetta femminile, che ha dato il via alla competizione. La gara, con le prove di equitazione, scherma, nuoto e laser run, ha visto trionfare la coppia egiziana formata da Amira Kandil e Malak Ismail (con 1315 punti). Le azzurre hanno chiuso con 1309 punti, mentre il bronzo è andato alle messicane Mayan Oliver e Mariana Arceo, a quota 1290.
“La gara non è iniziata benissimo, ma Beatrice è riuscita a rimediare ai miei errori nella scherma, e per fortuna siamo state davanti da subito. L’equitazione non è stata semplice, nuoto abbiamo fatto il nostro, e nel laser run siamo riuscite a mantenere la seconda piazza”, ha raccontato a caldo Aurora Tognetti. “Questo risultato mi rende molto felice, perchè rappresentare l’Italia al Mondiale è un privilegio – ha detto invece Beatrice Mercuri -. Le staffette mi hanno sempre affascinato molto, perchè devi creare il perfetto binomio con la tua compagna di squadra, non serve eccellere, a volte basta semplicemente compensarsi. Come oggi, dove non sono arrivata io è arrivata Aurora e viceversa, e abbiamo creato un binomio perfetto”.
Per entrambe si tratta della prima medaglia iridata da senior.
Nel pomeriggio, sempre allo Sports Training Village dell’Università di Bath, si è svolta anche la staffetta maschile. La coppia azzurra formata dai due atleti dell’Aeronautica Militare Federico Alessandro e Stefano Frezza ha terminato la prova al settimo posto (con 1403). Oro anche in questo caso all’Egitto, con Moutaz Mohamed e Ahmed Hamed (1467), argento per gli ungheresi Gergely Regos e Balazs Szep (1463) e bronzo alla coppia coreana formata da Changwan Seo e Jihun Lee (1462).
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MANCHESTER (INGHILTERRA) (ITALPRESS) – Pep Guardiola, allenatore del Manchester City, si è sottoposto a un intervento chirurgico. A renderlo noto è lo stesso club inglese, attraverso un comunicato, nel quale specifica che il tecnico spagnolo soffre da tempo di forti dolori alla schiena e per questo è volato a Barcellona per un’operazione d’urgenza, eseguita dalla dottoressa Mireia Illueca. L’intervento ha avuto esito positivo e Guardiola adesso inizierà il percorso di riabilitazione a Barcellona. In sua assenza, il vice allenatore, Juan Manuel Lillo, supervisionerà gli allenamenti della prima squadra, che guiderà anche in campo fino al ritorno del tecnico, previsto dopo la prossima sosta per le Nazionali. “Tutto il Manchester City augura a Pep una pronta guarigione e non vede l’ora di rivederlo presto a Manchester”, conclude la nota. Intanto sui social spopola anche un video in cui Guardiola, multato per aver posteggiato in una zona vietata la sua auto, scherza con il vigile urbano. “Vuoi una foto? Devi pagare per il selfie”, ha detto Pep ridendo.
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ROMA (ITALPRESS) – Lo staff tecnico della Nazionale Italiana di rugby guidato da Kieran Crowley ha ufficializzato la lista degli atleti convocati per la Rugby World Cup 2023 in calendario in Francia a partire dall’8 settembre 2023. Per la decima edizione della rassegna iridata, la seconda a disputarsi al di là delle Alpi dopo l’edizione del 2007 vinta dal Sudafrica, che si presenta da Campione in carica dopo il successo giapponese nel 2019, il Ct neozelandese dell’Italia opta per una rosa composta da diciannove avanti e quattordici tra mediani e trequarti. La Benetton Rugby, con sedici atleti selezionati, è la squadra maggiormente rappresentata, mentre sono ben ventiquattro gli azzurri alla loro prima edizione della Rugby World Cup in carriera: con una rosa dall’età media di 26 anni e mezzo, il giocatore anagraficamente più esperto è il pilone/tallonatore dei Leoni, Federico Zani, mentre l’estremo delle Zebre Parma Lorenzo Pani, 21 anni compiuti lo scorso quattro luglio, poche settimane prima di debuttare in Nazionale contro la Scozia nel primo test-match delle Summer Nations Series, è l’atleta più giovane del gruppo azzurro che non presenta esordienti assoluti tra le proprie fila. Veterano assoluto dell’Italrugby l’apertura/estremo del Perpignan Tommaso Allan, che sabato scorso a San Benedetto ha raggiunto Diego Dominguez a quota 74 caps ed è l’unico a prendere parte alla terza Rugby World Cup in carriera. L’Italia disputerà la prima partita allo stadio “Geoffroy Guichard” di Saint-Etienne, lo stesso dove la Nazionale di Pierre Berbizier arrivo a sfiorare i quarti di finale del 2007, arrendendosi di misura alla Scozia (18-16) nei minuti finali. Esordio con la Namibia sabato 9 settembre alle ore 13. La seconda partita dell’Italia è in programma mercoledì 20 settembre a Nizza presso lo Stade de Nice contro l’Uruguay. Il terzo e quarto incontro del Girone A sono in calendario all’Olympique Stadium di Lione contro Nuova Zelanda e Francia, rispettivamente venerdì 29 settembre e venerdì 7 ottobre. Dopo aver completato la preparazione sabato 26 agosto a Treviso affrontando il Giappone nell’ultimo test-match, l’Italia si radunerà il 31 agosto a Roma e volerà in Francia domenica 3 settembre, raggiungendo il quartier generale di Bourgoin-Jallieu. “Non è stato semplice arrivare alla scelta dei 33 convocati e tutti i giocatori che hanno partecipato alla preparazione hanno lavorato nel migliore dei modi. Riteniamo che questa sia la migliore Italia possibile – ha dichiarato Crowley – Nella selezione finale ha avuto un peso specifico rilevante la capacità di alcuni atleti di ricoprire più di un ruolo, permettendoci di ampliare le scelte a nostra disposizione. Abbiamo ancora un test-match contro il Giappone per presentarci in Francia nelle migliori condizioni possibili”. Questo l’elenco dei giocatori convocati per la Rugby World Cup 2023:
Piloni
Pietro Ceccarelli (Perpignan), Simone Ferrari (Benetton), Danilo Fischetti (zebre parma), Ivan Nemer (benetton), Marco Riccioni (saracens), Federico Sani (benetton) .
Tallonatori
Luca Bigi (Zebre Parma), Epalahame Faiva (svincolato), Giacomo Nicotera (Benetton).
Seconde Linee
Niccolò Cannone (Benetton), Dino Lamb (Harlequins), Federico Ruzza (Benetton), David Sisi (Zebre Parma).
Terze Linee
Lorenzo Cannone (Benetton), Toa Halafihi (Benetton), Michele Lamaro (Benetton), Sebastian Negri (Benetton), Giovanni Pettinelli (Benetton), Manuel Zuliani (Benetton).
Mediani di Mischia
Alessandro Fusco (Zebre Parma), Alessandro Garbisi (Benetton),
Martin Page-Relo (Lione), Stephen Varney (Gloucester).
Mediani di Apertura
Tommaso Allan (Perpignan), Giacomo Da Re (Benetton), Paolo Garbisi (Montpellier).
Centri
Juan Ignacio Brex (Benetton), Luca Morisi (svincolato).
Ali/Estremi
Pierre Bruno (Zebre Parma), Ange Capuozzo (Stade Toulousain),
Montanna Ioane (Lione), Paolo Odogwu (Benetton), Lorenzo Pani (Zebre Parma).
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ROMA (ITALPRESS) – Ai microfoni della prima puntata del nuovo format della Lega Serie A, “Radio Serie A con Rds”, l’amministratore delegato dell’Inter, Beppe Marotta, è un fiume in piena. In primis ha parlato del possibile acquisto di Benjamin Pavard: “Siamo messi bene. Non deve essere inteso come una illusione per i nostri tifosi”. Poi di Romelu Lukaku: “Ha lasciato tanta delusione. Sarà in Italia in un’altra squadra? Penso di no”. A ruota ha giudicato positivamente l’operato sul mercato di tutte le società del massimo campionato, nonostante le “sirene arabe”. “I club di Serie A hanno lavorato tutti bene. Il fenomeno arabo è arrivato improvvisamente. Di sicuro lo spettacolo e la qualità sono scesi: in questa estate hanno portato via circa 20 giocatori di livello. Ma dobbiamo considerare che è venuta meno la nostra competitività economica”, ha precisato Marotta, che è anche consigliere della Lega Nazionale Professionisti Serie A.
“Nel mercato devi sempre cercare di fare un giusto mix fra giovani e meno giovani. Siamo soddisfatti del nostro mercato ma dobbiamo poi sempre confrontarci sul campo con i nostri avversari. Partiamo alla pari con le altre squadre della vetta della Serie A”, ha aggiunto l’ad dell’Inter.
“Correa? Ha chiesto più spazio. Con lui sta dialogando Ausilio. Vedremo in questi giorni cosa vorrà fare il giocatore. Sanchez ha mandato segnali per un possibile ritorno e questo è di certo un fatto positivo. Onana? Lo abbiamo preso a parametro zero, grazie a una intuizione di Ausilio, e lo abbiamo venduto per circa 50 milioni. Queste sono le operazioni che rendono forti e solide le società”, ha detto ancora Marotta.
“Berardi resta al Sassuolo? Concordo con Carnevali: lui è indispensabile nel gioco del suo club ed è un pò tardi per sostituirlo”, ha poi spiegato l’ad dell’Inter, a proposito del possibile acquisto da parte della Juve dell’asso neroverde.
Infine, un giudizio su Sensi, un parere sul tecnico dell’Inter e un messaggio ai tifosi nerazzurri. “Sensi può darci molto. Ha grandi mezzi ma dobbiamo preservarlo perchè è reduce da problemi fisici. Con Simone Inzaghi ci sono sintonia e condivisione della strategia. I tifosi dell’Inter hanno una grande passione. Devono avere fiducia nel lavoro che stiamo facendo”, ha concluso Marotta.
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ROMA (ITALPRESS) – L’Italia ha brillato come protagonista indiscussa ai campionati mondiali di Beach Taekwondo e nella fresca ed emozionante prima edizione dei World Taekwondo Demonstration Team Championships, specialità che in futuro la World Taekwondo è intenzionata ad inserire nel programma olimpico. Il “Ciao Team”, orgoglio del taekwondo freestyle italiano, ha dominato le competizioni con una performance straordinaria. Si sono aggiudicati il titolo di campioni del mondo con i team dimostrativi di freestyle, oltre a trionfare nelle competizioni individuali, di coppia e trio del Beach Taekwondo. Il ricco bottino azzurro si compone di 7 ori, 3 argenti e 2 bronzi, un risultato senza precedenti che testimonia l’eccellenza italiana in questo ambito sportivo. Questi Mondiali rappresentano una celebrazione internazionale del Taekwondo. In particolare, i World Taekwondo Demonstration Team Championships emergono come la novità più entusiasmante nel panorama mondiale del taekwondo. Questa competizione è un tributo alle capacità atletiche dei partecipanti, esaltando tecniche acrobatiche, coreografie spettacolari, precisione nell’esecuzione e pura creatività.
La performance dell’Italia a Chuncheon, in Corea, ha risuonato forte e chiaro. Con una squadra di alto profilo, riconosciuta e stimata sia a livello nazionale che internazionale, gli atleti italiani hanno mostrato al mondo il loro talento, determinazione e passione, lasciando un segno indelebile nella storia di queste prestigiose competizioni. Queste le parole di Angelo Cito, Presidente della Federazione Italiana di Taekwondo: “Il successo del “Ciao Team” non è solo una vittoria per l’Italia, ma anche un’ispirazione per tutti gli appassionati di taekwondo nel mondo, dimostrando che con dedizione, allenamento e spirito di squadra si possono raggiungere vette inimmaginabili. Mi complimento con il direttore tecnico Elena Blundo e tutto il suo staff per questo straordinario risultato, la sfida nata grazie alla THF Italia, la fondazione umanitaria di Taekwondo, ha segnato la via verso uno sport sempre più innovativo, spettacolare e condiviso”.
– foto ufficio stampa FITa –
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ROMA (ITALPRESS) – Dopo quasi 4 ore di autentica lotta, il vecchio leone Novak Djokovic, nella prima parte della gara pure ferito per via di un “colpo di sole”, ha avuto la meglio sulla giovane gazzella Carlos Alcaraz, che ha pagato un pò di inesperienza, distraendosi quando era avanti di un set e un break. Tutto questo, e molto altro, è successo nella finale del “Western & Southern Open”, settimo torneo Atp Masters 1000 della stagione, dotato di un montepremi complessivo pari a 6.600.000 dollari, disputato sui campi in cemento di Mason, un sobborgo di Cincinnati, in Ohio (combined con un Wta 1000). Il serbo, 36enne, numero due del mondo e del seeding, si è imposto sullo spagnolo, numero uno del ranking Atp e primo favorito del tabellone, col punteggio di 5-7 7-6 (7) 7-6 (4), prendendosi una bella rivincita dopo la finale persa un mese fa a Wimbledon, al quinto set, proprio contro il 20enne, nuova stella del tennis iberico e internazionale.
Il match è durato esattamente 3 ore e 50′: è stata la partita più lunga nella storia del torneo ma anche la finale al meglio dei tre set più lunga nella storia dei Masters 1000. Un match altalenante, iniziato con Djokovic avanti di un break, 4-2 al primo set, prima di subire il classico “colpo di sole”. A ruota Alcaraz ha strappato due volte il servizio all’avversario, chiudendo la prima frazione sul 7-5 in suo favore. Poi il serbo ha chiesto un lungo toilet break ed è tornato in campo dopo circa 7 minuti ma è apparso non nelle migliori condizioni, affaticato per il caldo di Cincinnati e per il fatto di giocare per la prima volta di pomeriggio, dopo tanti incontri di fila disputati negli orari serali. Lo spagnolo ne ha approfittato e si è portato avanti di un break. Djokovic ha chiesto quindi l’intervento del medico e del fisioterapista. Quando tutto sembrava ormai finito, col serbo in chiara difficoltà, Alcaraz ha perso la battuta sul 4-3 in suo favore, rimettendo in gioco il “vecchio leone”.
Si è arrivati quindi al tie break e Djokovic, dopo aver annullato un match ball ad Alcaraz sul 6-5 per lo spagnolo, si è imposto per 9-7. La partita ha quindi cambiato volto: il break nella terza frazione l’ha fatto il serbo. Qui sembrava cosa fatta per Djokovic e invece l’iberico ha annullato 4 match ball all’avversario: due sul 5-3 e altrettanti sul 5-4 in favore del serbo. Così si è giunti al tie break decisivo, giusta conclusione di una sfida epica, definita da Djokovic “una delle finali più belle e intense della mia carriera”. Anche questa volta a vincere il tie break, e quindi l’incontro, è stato il più esperto tennista serbo, il quale, nell’esultare per il successo, si è strappato la maglietta, in stile Hulk. Per Djokovic è il 95esimo titolo della carriera, il 39esimo in un Masters 1000, il terzo a Cincinnati e il quarto del 2023.
Lacrime e qualche problema alla mano destra per Alcaraz a fine match. Per lo spagnolo è la prima finale persa a livello di Masters 1000, dopo i successi ottenuti nelle prime quattro giocate nella sua breve ma intensa carriera.
Nella nuova classifica Atp i due restano rispettivamente al primo e al secondo posto con lo spagnolo adesso avanti di una manciata di punti. Appuntamento ora agli Us Open, dove Alcaraz deve difendere il titolo vinto lo scorso anno.
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