FIRENZE (ITALPRESS) – “Vorrei vedere un’Italia generosa. Come ha detto il ct Spalletti, l’obiettivo, oltre che poter pensare di vincere, è quello di regalare emozioni a chi ti guarda e renderlo orgoglioso di essere rappresentato da ragazzi, da una squadra e da un ct che sono bravi, altruisti e che mandano messaggi positivi”. Gigi Buffon torna in Nazionale e lo fa per la prima volta non da calciatore ma da dirigente. Il presidente federale Gabriele Gravina gli ha ceduto i gradi di capo delegazione azzurro della squadra da poco affidata a Luciano Spalletti, sperando che proprio uno dei monumenti del calcio azzurro possa dare quella spinta alla ripartenza di un’Italia che inevitabilmente ha subito un trauma con le sorprendenti dimissioni di Roberto Mancini. “In questi giorni – racconta Buffon – ho avuto la fortuna di stare vicino al presidente Gravina e al mister con il suo staff e devo dire che ho risentito parlare di concetti, di emozioni e di valori che secondo me sono imprescindibili se si vuole arrivare a un obiettivo che sia almeno minimo, perchè poi ci sono anche degli avversari che devi affrontare man mano e ci sta ogni tanto di rimbalzare e di uscirne sconfitti, però ho la sensazione che l’Italia, con Luciano Spalletti come ct, abbia veramente trovato l’uomo giusto al momento giusto”. Inevitabile però tornare sull’addio di Mancini: “Una scelta sicuramente inaspettata, alla quale però mi sembra che la Federcalcio abbia dato delle risposte molto celeri e soprattutto molto convincenti. Questa è la cosa che più interessa al mondo e ai tifosi azzurri”. Per quanto riguarda invece il suo nuovo ruolo, Buffon ringrazia Gravina e Spalletti per la fiducia: “Qualcosa sicuramente di non dovuto e non scontato. Il fatto che nel loro immaginario una figura come la mia potesse essere uno strumento di unione, condivisione, altruismo e miglioramento di quello che doveva essere un percorso nuovo, mi inorgoglisce, mi stimola e rende me, come il mister, un uomo felice perchè torno in un ambiente che penso di conoscere abbastanza bene”. “Anche in questa nuova veste – afferma ancora Buffon – penso che alla fine il mio ruolo sia quello di poter dare un piccolo contributo e mettere un piccolo mattoncino in quelle che saranno tutte le dinamiche che andremo a vivere in futuro”. Buffon eredita il ruolo di capo delegazione azzurra da Gianluca Vialli: “Pensare o avere la presunzione di poter essere da subito al pari suo sarebbe sbagliato, perchè ognuno di noi ha un proprio passato e un proprio percorso, attraverso il quale uno matura. Venire qua cercando di riproporre un Gianluca Vialli sarebbe sbagliato, perchè non ne sarei all’altezza, e quindi cercherò di essere quello che sono sempre stato, cercando di aiutare il presidente, il mister e la squadra con un consiglio, una parola, con un qualcosa che si può scorgere e che magari può essere sfuggito agli occhi degli altri”.
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Redazione
Se sognare un pò è pericoloso, il rimedio non è sognare di meno, ma sognare di più, sognare tutto il tempo. La road map che separa il Catania dal sogno promozione sarà intensa, fitta di appuntamenti e imprevisti come ci ha fatto capire venerdì sera il Crotone capace di strappare, con tanta fortuna e poco gioco, una preziosa vittoria al Massimino. L’amarezza per una sconfitta incassata immeritatamente è comprensibile. I 18.800 tifosi rossazzurri accorsi allo stadio di piazza Spedini, come i tanti davanti alla Tv, speravano in un esordio diverso. Aspettativa condivisa sia dalla dirigenza etnea che dal tecnico Tabbiani. Allenatore genovese che nel post gara ha dimostrato di avere la piena consapevolezza dell’importanza e del fascino della missione che gli è stata assegnata. Proprio per questo merita fiducia. Proprio per questo occorre dargli tempo e sostegno. Il quotidiano lavoro di assemblaggio, tra vecchi e e nuovi giocatori, alla fine sarà il vero valore aggiunto.
CUORE
In questo momento, come è normale che sia, l’unica certezza sono i sostenitori etnei. La loro passione ha radici profonde, impossibili da estirpare. Il tifo per il Catania, lo sanno benissimo, implica un’educazione sentimentale alla sofferenza. Il cuore rossazzurro pulsa forte, provoca guasti d’amore, fa tremare la pancia e vibrare la voce. Una filosofia di vita mostrata nella passata stagione e confermata quest’anno con un numero di abbonamenti, oltre 13 mila, che dimostrano ancora una volta come Catania sia una piazza di categorie superiori.
SUMMER DREAM
Il passo falso con i calabresi di mister Zauli non cambia certamente i programmi e le ambizioni del club rossazzurro. La dirigenza ha portato avanti una campagna di rafforzamento oculata, senza pazzie. Si sono presi giocatori, Silvestri e Deli gli ultimi due colpi messi a segno, a costi accessibili e funzionali al progetto, non alle locandine. Né Laneri, né Grella sono andati a caccia della figurina che incanta la piazza, che sulle prime strappa gli applausi, ma che a volte rischia di rivelarsi un appello fine a sé stesso. Tante operazioni, sì, ma tanta sostanza e un occhio costante ai bilanci. Un restyling massiccio che ha cambiato pelle al Catania, portato motivazioni nuove e spostato e allargato l’orizzonte di una proprietà sempre più ambiziosa. C’è, insomma, il filo rosso dei grandi cambiamenti che dovrebbe unire un pò tutti. Occorre spingersi oltre cominciando da domenica contro il Brindisi, perché non bisogna smettere di sognare.
ROMA (ITALPRESS) – “Il basket è diventato sempre più difficile. Basti considerare quanto spazio è stato dato nei giornali e nelle televisioni nazionali a questo ritorno dell’Italia nel ‘G8 mondialè . E’ merito di una prestazione straordinaria di ragazzi normali”. Così il presidente della Fip, Gianni Petrucci, ai microfoni di Radio anch’io sport su Radio Rai. La Nazionale italiana di basket è tornata, dopo 25 anni, nei quarti di finale dei Mondiali.
“Un allenatore così, ‘sui generis’, sotto tutti i punti di vista, non lo abbiamo mai avuto. Abbiamo avuto grandi allenatori ma la simpatia e le caratteristiche di Pozzecco non le ha nessuno”, ha aggiunto il numero uno della Federbasket, a proposito del carisma del coach del team azzurro. “Domani giochiamo contro dei colossi, che sono sempre di un altro livello, anche se ieri hanno perso. Noi vogliamo andare avanti. Loro sono favoriti ma noi vogliamo arrivare”, ha detto ancora Petrucci, già proiettato verso la gara dei quarti di finale del torneo iridato, che oppone l’Italia agli Usa.
“Questa squadra non si abbatte mai. Pozzecco è un grande allenatore, dovreste vedere come e quanto allena la squadra. Essere fra i primi otto del mondo è una grande soddisfazione ma ancora ‘non abbiamo fatto nientè. Io l’avevo detto già: “Voglio giocare contro gli Usà. Ci dobbiamo paragonare ai grandi e sognare non costa nulla. E poi c’è Banchero: voleva giocare con l’Italia? Adesso ci giocherà contro. A lui non dirò niente però. E’ grande giocatore e lo ha dimostrato. La mia è comunque solo una battuta. Ha fatto tutto lui: noi dobbiamo solo ringraziarlo, perchè ci ha fatto scoprire altri ottimi giocatori per la nostra Nazionale”, ha proseguito il presidente della Fip.
“Gli Usa sono dei fenomeni. Il clima in casa Italia è ideale. Datome? Per adesso avrà un ruolo nell’Armani a Milano. Poi vedremo. E’ un grande campione e una grande persona. Ha detto che lascia ma abbiamo visto tutti a che livello ha giocato in questi Mondiali”, ha concluso Petrucci.
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ROMA (ITALPRESS) – La campionessa in carica degli Us Open è crollata e da lunedì prossimo ci sarà una nuova regina del tennis internazionale. Grande sorpresa negli ottavi di finale del singolare femminile del Major a stelle e strisce: Iga Swiatek è uscita di scena dal singolare femminile della quarta e ultima prova del Grande Slam, in corso sui campi in cemento di Flushing Meadows, a New York. La tennista polacca, numero uno del mondo e del seeding, vincitrice nella Grande mela nel 2022, è stata sconfitta dalla lettone Jelena Ostapenko, numero 21 del ranking internazionale e numero 20 del tabellone, col punteggio di 3-6 6-3 6-1. A causa della sconfitta maturata nelle prime ore di questo lunedì Iga Swiatek perderà la vetta della classifica mondiale. Per la prima volta, da lunedì prossimo, sul primo gradino del ranking Wta ci sarà la bielorussa Aryna Sabalenka, che a questo punto è anche la favorita numero uno per il successo finale sui campi di Flushing Meadows. La seconda forza del momento, invece, sembra la beniamina del pubblico di New York, ovvero la statunitense Coco Gauff, che ai quarti di finale sfiderà la Ostapenko.
Nessuna sorpresa, di contro, nel singolare maschile. Novak Djokovic ha ottenuto infatti agilmente il pass per i quarti di finale. Il tennista serbo, numero due del mondo e del seeding, ha sconfitto negli ottavi di finale il croato Borna Gojo, numero 105 del ranking internazionale, proveniente dalle qualificazioni, col punteggio di 6-2 7-5 6-4. Ai quarti di finale Djokovic sfiderà un altro beniamino del pubblico della Grande mela, ovvero lo statunitense Taylor Fritz, numero 9 del ranking Atp e del tabellone di New York, che ha battuto, invece, lo svizzero Dominic Stricker, 128 della classifica internazionale, proveniente anche lui dalle qualificazioni, per 7-6 (2) 6-4 6-4.
Cresce intanto in Italia l’attesa per le restanti gare degli ottavi di finale maschili, in programma da questo pomeriggio. In campo due azzurri: Matteo Arnaldi affronta il numero uno del mondo, ovvero Carlos Alcaraz; mentre Jannik Sinner è opposto al tedesco Alexander Zverev.
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ROMA (ITALPRESS) – “L’Inter prosegue sull’abbrivio della finale di Champions della scorsa stagione. Si è vista in queste giornate di campionato una grande squadra, convinta delle proprie forze. Lo dimostra il fatto che fin qui non ha subito alcun gol. La sorpresa è il Milan: l’ultima gara ha dimostrato di essere squadra. Ha giocatori di qualità e di forza e mi sembra molto più compatta. La Juventus è ancora un ibrido. A questa squadra manca un pò di personalità e un pò di qualità. Ieri con Pogba e Rabiot in campo si è visto qualcosa in più. Il Napoli non gioca più come lo scorso anno. Mi è sembrato che abbia perso quella determinazione che aveva lo scorso campionato. Adesso mi pare che faccia girare la palla un pò più lentamente”. Così Fabio Capello, ai microfoni di Radio anch’io sport su Radio Rai, a proposito delle prime gare della nuova Serie A.
“Su chi scommetterei? Io dico Inter, soprattutto per l’organico complessivo: quello nerazzurro lo preferisco a quello del Milan. Questo Napoli, invece, ripeto, non è quello dello scorso anno”, ha aggiunto l’ex allenatore di Milan, Juve e Roma.
“C’è poco rispetto per gli arbitri: a ogni fallo c’è una protesta. Ma oggi quando è intervenuto il Var è finita: è inutile andare a protestare. A volte anche loro, gli arbitri, dovrebbero fare diversamente con gli allenatori. Non devono correre verso le panchine per sventolare il giallo ai tecnici ma devono cercare di parlare con loro e spiegare le varie decisioni. Ci vuole rispetto per gli i direttori di gara ma loro lo devono avere nei confronti degli allenatori”, ha detto ancora Capello.
“Il Real Madrid nuovo è molto diverso, è molto giovane e aggressivo. Sarà un problema per tutti affrontarlo quest’anno, non solo per il Napoli (avversario in Champions dei blancos, ndr.). Il girone del Milan è di certo quello più difficile”, ha concluso l’ex allenatore di Milan, Juve e Roma, a proposito della Champions League.
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LECCE (ITALPRESS) – Il Lecce di Roberto D’Aversa batte per 2-0 la Salernitana e conquista il terzo risultato utile consecutivo del suo campionato. Dopo la vittoria all’esordio contro la Lazio e il punto conquistato in rimonta contro la Fiorentina, i salentini conquistano un altro risultato positivo al termine di una partita comunque equilibrata, con una Salernitana discontinua durante tutta la prestazione del ‘Via del Marè, animata, sponda amaranto, prevalentemente da giocate dei singoli. Il Lecce ci mette appena sei minuti a sbloccare il risultato, grazie alla percussione sulla destra e al cross di Gendrey sul quale arriva benissimo Krstovic, che anticipa Gyomber e di testa indirizza sul secondo palo il pallone sul quale Ochoa non può intervenire. Lecce che concretizza subito un dominio nel pressing e nella gestione palla. Sul finale di primo tempo la Salernitana va vicina al gol del pareggio, con l’incursione tra le linee di Kastanos che imbuca perfettamente per Candreva, ma la conclusione ravvicinata dell’ex Inter si infrange su Falcone. Prima frazione di gioco che si chiude in equilibrio, nonostante il vantaggio della squadra di D’Aversa che nel secondo tempo inizia con meno verve offensiva, lasciando campo alla Salernitana. Nel finale il Lecce chiude la partita, grazie al calcio di rigore assegnato per fallo di mano proprio di Cabral: è il neo entrato Strefezza a calciare dagli undici metri e a spiazzare Ochoa, siglando il gol che ipoteca la seconda vittoria in campionato dei salentini.
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EMPOLI (ITALPRESS) – La Juventus fa suo il posticipo domenicale superando con merito l’Empoli al Castellani per 2-0. A decidere il match sono una rete di capitan Danilo nel primo tempo e una zampata in contropiede di Chiesa nel finale. Grazie a questa vittoria, la Juventus sale al terzo posto con 7 punti all’attivo. L’Empoli rimane invece l’unica squadra del campionato ancora ferma a quota zero dopo tre giornate. Gli ospiti prendono in mano il pallino del gioco e provano ad attaccare, ma senza creare grossi grattacapi a Berisha nella prima fase dell’incontro. Alla prima occasione buona, però, gli uomini di Allegri passano in vantaggio. E’ il 24′ quando Kostic batte un corner dalla sinistra e si forma una mischia in area, con Danilo che è il più veloce di tutti a infilare il portiere con un destro ravvicinato. Alla mezz’ora, Chiesa libera in area McKennie che va alla conclusione a botta sicura con il piatto destro ma Pezzella interviene con il corpo e salva i suoi. Al 37′ Gatti si avventura nell’area avversaria e salta Maleh che lo sgambetta. L’arbitro assegna il rigore. Dal dischetto si presenta Vlahovic, che si fa però ipnotizzare da Berisha che ferma la conclusione del serbo in due tempi. Sarà l’ultima occasione del primo tempo, che termina sull’1-0. La prima occasione della ripresa arriva al 13′, quando Chiesa viene liberato in area e si invola verso la porta ma il suo destro esce di un soffio a Berisha battuto. Al 21′ è il neo entrato Pogba a firmare il raddoppio, ma l’arbitro annulla per fuorigioco di Vlahovic al momento dell’assist. I bianconeri dominano e al 37′ trovano il raddoppio. I toscani sono tutti sbilanciati in avanti e Milik trova in profondità Chiesa che parte dalla sua metà campo, si presenta davanti a Berisha, lo salta e lo infila a porta vuota per il definitivo 2-0. In pieno recupero c’è ancora spazio per una traversa colpita di testa dallo stesso Milik e da un palo centrato da Kean, ma il risultato non cambierà più.
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MILANO (ITALPRESS) – L’Inter non ha più intenzione di fermarsi. Tre vittorie nelle prime tre giornate, contro la Fiorentina finisce 4-0: decisiva la doppietta di Lautaro Martinez e i gol di Thuram e Calhanoglu (su rigore). Tante indicazioni per Inzaghi, tra cui 8 gol segnati e 0 subiti, un bel segnale in vista del derby in programma dopo la sosta. Male la squadra di Vincenzo Italiano che ora dovrà cancellare la brutta prova di San Siro nel match casalingo contro l’Atalanta. I due allenatori hanno deciso di affidarsi alle rispettive certezze: il tecnico piacentino ha piazzato Calhanoglu in cabina di regia con Barella e Mkhitaryan a supporto. In attacco la coppia Lautaro-Thuram, confermata la linea difensiva delle prime due uscite. Gli ospiti invece hanno scelto il 4-2-3-1 con Beltran unica punta e Bonaventura sulla trequarti, con Nico Gonzalez piazzato sull’out di destra. Ad alzare i ritmi ci ha pensato il solito Dimarco prima con una conclusione dalla distanza bloccata da Christensen, poi con l’assist confezionato al 23′ per Thuram: l’attaccante francese ha superato di testa il portiere danese trovando il suo primo gol in nerazzurro. La rete ha stappato la partita, il numero 9 ha sfiorato la doppietta con un’azione fotocopia pochi minuti più tardi. I viola invece si sono visti pochissimo, al di là di una frustata dalla distanza di Bonaventura la squadra di Italiano non è riuscita ad impensierire Sommer. Il copione del secondo tempo è stato praticamente identico ai primi 45 minuti: al 5′ Dumfries ha sganciato un diagonale da posizione defilata, decisivo il tocco dello stesso Christensen che ha deviato la sfera sul palo. All’8′ Lautaro ha trovato il raddoppio dopo un’ottima azione di contropiede, la seconda rete ha praticamente indirizzato il match: il 3-0 è arrivato dal dischetto con Calhanoglu, il quarto gol è stato siglato ancora da Lautaro su suggerimento di Cuadrado.
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TORINO (ITALPRESS) – Il Torino vince all’ultimo respiro contro il Genoa: all’Olimpico Grande Torino, gli uomini di Juric si impongono per 1-0, grazie alla magia di Radonjic nel recupero. Il Toro festeggia al meglio il diciottesimo anno di presidenza di Cairo, portando a casa tre punti pesanti dopo un match bloccato e dalle rare emozioni. Nell’undici titolare di Juric si vede subito il neoacquisto Zapata; dall’altra parte, Gilardino riconferma per il Genoa la difesa a 4. Il primo tempo dell’Olimpico è decisamente poco spettacolare con tanti errori tecnici e un ritmo molto spezzettato per via dei numerosi falli fischiati. Il Genoa attende nella propria metà campo, mente il Toro vorrebbe prendere le redini del match, nonostante parecchi malintesi nel corso della manovra tra i giocatori di Juric. L’unica occasione degna di nota è il tiro dalla distanza di Linetty al 30′, alto sopra la traversa di Martinez. Prestazione opaca di Malinovskyi e Gudmundsson, gli uomini più qualitativi del grifone. Nella ripresa i ritmi di gioco non si alzano, nonostante una maggiore intraprendenza nell’uno contro uno degli esterni granata e un Genoa capace di crescere nel palleggio. Al 63′ Juric perde Vlasic per un problema al flessore e sostituisce anche Zapata, autore comunque di una prestazione generosa all’esordio. Al 72′ il Genoa ha una grande occasione per passare in vantaggio, grazie al colpo di testa di Dragusin; ci prova anche Ekuban, entrato per Retegui, al 77′ con una violenta conclusione dalla distanza. Ultimi dieci minuti di assalto granata con i nuovi entrati, Radonjic e Pellegri, che iniziano a carburare: al 89′ Rodriguez serve Pellegri che in torsione di testa manda a lato. Nel recupero il Torino la sblocca per mano di Radonjic: il serbo al 94′ supera Hefti sulla sinistra e conclude di potenza da posizione defilata facendo esplodere il tifo granata.
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Il Crotone espugna il Massimino con una rete al 66′ di Tribuzzi