Redazione
Si chiude la penultima di campionato Feralpisalò retrocessa: il commento della giornata
Il Parma, già promosso matematicamente in Serie A, conquista un pari con la Cremonese al Tardini e si assicura il primo posto in classifica a 90′ dalla fine. Subito rosso diretto a Balogh e al 25′ l’ex Vazquez inventa un sinistro sotto l’incrocio dei pali portando avanti gli ospiti. Nella ripresa Man da sinistra serve al centro Mihaila che insacca sottomisura. Nel finale l’espulsione di Pickel ristabilisce la parità numerica. Chi non può festeggiare è – invece – il Como che non va oltre lo 0-0 al Braglia con il Modena, dovendo rinviare la possibile promozione. Il Venezia, infatti, si porta a due lunghezze dai lariani a un turno dalla fine grazie alla vittoria allo scadere per 2-1 sulla FeralpiSalò, condannata aritmeticamente alla retrocessione. Decisivo il solito Pohjanpalo, autore di una doppietta, in mezzo la rete del momentaneo pari di Compagnon. Il Catanzaro, ormai certo del quinto posto, cade al Liberati contro una Ternana che rilancia le sue ambizioni di salvezza diretta senza passare dai play-out (ad oggi li farebbe) grazie ad una rete di Distefano. Continua la striscia senza vittorie del Palermo, sesto, che al Barbera viene ripreso due volte dall’Ascoli. Rosanero avanti con Brunori e poi Soleri, in entrambe le occasioni è Caligara a ristabilire l’equilibrio.
Un guizzo di Sebastiano Esposito regala la vittoria al Ferraris alla Sampdoria contro la Reggiana, mentre il Brescia cala un poker nel derby lombardo col retrocesso Lecco. In rete Moncini (doppietta), Bjarnason e Bianchi. Per gli ospiti è Inglese a realizzare il gol della bandiera. Pari per 2-2 tra Pisa e Sudtirol: Bonfanti e Moreo per i padroni di casa, Molina e Odogwu su rigore per gli ospiti. Stesso risultato anche tra Cosenza e Spezia: calabresi trascinati da una doppietta di Tutino, liguri – che hanno fallito un penalty con Verde – salvati da Reca e Elia.
Infine, 1-1 tra Cittadella e Bari: Pittarello per i granata, Nasti per i biancorossi. Tanti verdetti in ballo nell’ultimo turno in programma venerdì prossimo: c’è da assegnare la seconda promozione diretta e definire la griglia play-off, in zona retrocessione giochi aperti fra quattro squadre per un posto che garantisce la salvezza, due passeranno dai paly-out, una sarà condannata alla Serie C.
Nulla da fare per il Taranto: respinto il ricorso dal Collegio di garanzia
La Prima Sezione del Collegio di Garanzia, all’esito dell’udienza tenutasi in data odierna e presieduta da Vito Branca, ha respinto il ricorso presentato dal Taranto Football Club 1927 S.r.l. contro la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC), nonché contro la Procura Federale della FIGC, con notifica effettuata anche alla Procura Generale dello Sport presso il CONI, avente ad oggetto la richiesta di annullamento e/o di riforma della decisione della Corte Federale di Appello della FIGC, depositata completa di motivazioni il 23 aprile 2024 e comunicata all’odierna istante in pari data, reiettiva del reclamo proposto dalla suddetta ricorrente avverso la decisione del Tribunale Federale Nazionale, Sezione Disciplinare, che ha inflitto, a carico della società Taranto F.C. 1927 S.r.l., la sanzione della penalizzazione di 4 punti in classifica, da scontarsi nel corso della corrente stagione sportiva. Lo rende noto il Coni.
Una volta che il Collegio di Garanzia dello Sport ha respinto il ricorso del Taranto contro i 4 punti di penalizzazione, la Lega Pro ha potuto ufficializzare il programma del primo turno dei play-off Girone. Martedì 7 maggio, alle 20.30, sarà dunque Taranto-Latina una delle tre gare del girone C, con la vincitrice che avrà accesso al secondo turno. In caso di parità al 90′, passerà la squadra con la miglior classifica a fine regular season.
Daniele Garozzo lascia la pedana: “Mi ritiro, ho un ‘infortunio’ al cuore”
Un oro olimpico a Rio2016 e un argento a Tokyo2020, quattro titoli mondiali a squadre e un bronzo iridato individuale. E ancora: tre ori europei (uno a squadra), cinque argenti (tre individuali) e due bronzi, sempre con il team. È lo straordinario palmares di Daniele Garozzo, fuoriclasse azzurro del fioretto che, a 32 anni ancora da compiere il prossimo 4 agosto, ha annunciato la sua volontà di lasciare la pedana agonistica. “È arrivato il momento di annunciare il mio ritiro dall’attività agonistica e sono tante le emozioni che provo – scrive sui suoi social il campione siciliano delle Fiamme Gialle, fratello dello spadista Enrico e fidanzato con la collega Alice Volpi – È una decisione scaturita da circostanze al di là del mio controllo, il mio cuore si è ‘infortunato’, ma che accetto con serenità. In tutti questi anni, ho avuto la fortuna di vivere una straordinaria avventura nel mondo dello sport, culminata con la vittoria di un oro ed un argento olimpico. È stato un viaggio fatto di sacrifici, impegno e passione, gioie, soddisfazioni e amicizie che non avrei mai immaginato”. “Ricordo come fosse ieri quando ho iniziato a praticare questo sport meraviglioso – prosegue il pluri-campione italiano, per anni protagonista anche in Coppa del Mondo – Se chiudo gli occhi mi vedo ancora nella palestra garage di Acireale a tirare milioni di stoccate contro un manichino, sognando un giorno di vincere le Olimpiadi. Chi mi conosce sa quanto amo la scherma. L’ho amata con instancabile dedizione e con tutto il mio cuore, e l’ho impegnato tanto, ma tutto ciò mi ha portato ai risultati che avevo sognato.
Ora, nel chiudere questo capitolo della mia vita da atleta, sono grato per ogni momento vissuto e per le esperienze che mi hanno reso la persona che sono oggi. Guardando al futuro, già da tempo avevo deciso di dedicare la mia vita professionale alla medicina (materia in cui è laureato, ndr), oggi con un obiettivo ancor più chiaro: studiare e divulgare le condizioni cardiologiche, spesso misconosciute, che possono affliggere la popolazione sportiva. La mia esperienza personale mi ha mostrato quanto sia importante svolgere un’efficace opera di sensibilizzazione su queste problematiche per garantire una migliore prevenzione e un’ottimale gestione degli atleti di ogni livello”. “Sono consapevole di essere il ragazzo più fortunato che io conosca. Ho realizzato i miei sogni sportivi, ho viaggiato in tutto il mondo con amici straordinari e ho trovato la mia migliore amica e compagna di vita sulle pedane di scherma. Tanti mi hanno aiutato lungo questo percorso, e vorrei ringraziarli tutti, oggi e come ho sempre fatto in passato. Su tutti il mio Maestro Fabio Galli, che mi ha insegnato prima a diventare un uomo, poi un campione. Anche se sulla pedana tutti vedevano solo me, eravamo sempre in due a tirare e prendere quelle stoccate. Grazie a tutti voi per avermi accompagnato lungo questo meraviglioso percorso.
Anche se quello agonistico si conclude qui – conclude Garozzo – sono entusiasta di iniziare il prossimo capitolo della mia vita con lo stesso spirito di dedizione e passione”. “Daniele Garozzo è stato, resta e sarà sempre un’icona della scherma italiana – il commento in una nota del presidente della Fis Paolo Azzi – E anche in queste ore di dispiacere infinito per l’annuncio del suo ritiro dall’attività agonistica, provo un orgoglio immenso nel sapere che un Campione con l’iniziale maiuscola come lui rappresenti un esempio di cui il nostro sport deve andar fiero. Olimpionico e medico, sta vivendo un momento così delicato, terribile, con una lucidità, una serietà e uno spessore umano da gigante”.”Dani è un vanto del nostro sport. Un fuoriclasse che si è costruito con il lavoro, il sacrificio, la dedizione. L’intelligenza e la sensibilità che lo hanno sempre contraddistinto, sin da ragazzino, l’hanno portato al massimo traguardo che un atleta può tagliare, l’oro olimpico, e tra quel trionfo a Rio 2016 e l’argento vinto a Tokyo nel 2021 ha trovato la forza per portare avanti, e concludere brillantemente pochi mesi dopo, i suoi studi in Medicina con il massimo dei voti. Sì, avremmo voluto, tutti, vederlo ancora protagonista in gara, sul palcoscenico dei Giochi di Parigi, e la notizia del suo stop è stato un colpo tremendo per tutti noi. Ma Daniele Garozzo è un Campione in pedana e nella vita, e così, nel dirci che dalla sua storia parte scherma un altro messaggio positivo e prezioso, rispetto all’importanza della prevenzione cardiaca, ci ha dato un’altra straordinaria lezione”, ha concluso il numero uno della Federscherma.
Progetto fra Lega Pro e comuni per migliorare le infrastrutture delle società
Si è tenuto nella sala del Consiglio comunale di Pesaro il primo incontro del progetto “City Club“, un’idea di Lega Pro con il contributo di Prokalos per promuovere la collaborazione tra le società calcistiche e le amministrazioni comunali. “È importante fare rete – ha esordito il presidente di Lega Pro, Matteo Marani – e come Serie C NOW abbiamo l’obiettivo di far collaborare parte amministrativa e sportiva all’interno delle città per permettere lo sviluppo delle reciproche esigenze.
Questo è il primo appuntamento di un progetto nel quale crediamo molto, un’idea innovativa in Italia che permette di unire le forze del movimento calcio e dell’amministrazione con un occhio di riguardo all’impiantistica, dato che l’età media degli impianti nel calcio professionistico supera i 60 anni. Oggi bisogna avere il coraggio di lavorare sugli impianti, e mi piacerebbe che questo invito partisse proprio da qui, da Pesaro, che sta realizzando il proprio centro sportivo con l’aiuto del Comune rappresentando un esempio virtuoso di questa collaborazione”. Dopo aver parlato del ruolo dei club sportivi nelle realtà locali, nel 2° Panel dal titolo “La collaborazione pubblico-privato”, sono intervenuti gli esponenti di Vis Pesaro e Sassuolo.
Il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, e l’assessore con delega allo sport, Mila Della Dora, hanno rafforzato il tema della cooperazione tra le due realtà, convinti che sport, educazione e cultura vadano sempre di pari passo. Guerrino Amadori, direttore marketing della Vis Pesaro, ha introdotto quindi il progetto “V Park“, il centro sportivo che sta prendendo vita a Pesaro proprio grazie al dialogo tra amministrazione e club. “È un sogno che si realizza: grazie a questo centro faremo il salto di qualità, non vedremo più i ragazzi di Pesaro andare in altre città per realizzarsi, potranno crescere nel nostro settore giovanile, nella nostra città”, ha affermato Amadori.
“La struttura darà valore a tutta Pesaro, e rimarrà grazie al presidente Mauro Bosco patrimonio della città. Grazie al presidente Matteo Marani per averci scelto come esempio, e che sia di buon auspicio per chi vorrà seguire il nostro cammino”, ha aggiunto Amadori. Il valore dell’impiantistica è stato sottolineato anche da Roberto Pella, vicepresidente vicario Anci, che è pronto a collaborare con i Comuni per creare in Italia altri modelli di questo tipo.
L’Inter non si accontenta della seconda stella: vittoria con il Torino e via alla festa scudetto
L’aritmetica non rovina la festa nerazzurra. L’Inter vince 2-0 contro il Torino, decisiva la doppietta di Calhanoglu nel secondo tempo: 28a vittoria su 34 partite per la squadra di Simone Inzaghi, ben 89 punti conquistati in una stagione trionfale. Sorrisi e cori al fischio finale con tutto il popolo nerazzurro, i festeggiamenti proseguiranno con la parata che partirà da San Siro e terminerà in piazza Duomo, attesi sulle strade circa 100mila tifosi interisti. Opportunità sprecata per gli uomini di Juric che restano distanti dalla zona europea, nel prossimo turno i granata sfideranno il Bologna. L’Inter invece andrà in casa del Sassuolo.
In un San Siro tutto tricolore Simone Inzaghi ha deciso di non stravolgere troppo la formazione titolare, in campo soltanto De Vrij e Carlos Augusto al posto degli infortunati Acerbi e Dimarco. Il Torino ha risposto con un 3-4-2-1, con Zapata unico riferimento offensivo: il colombiano al 15′ ha provato una conclusione respinta da Sommer, subito dopo l’ex Atalanta ha sfiorato il gol del vantaggio con un colpo di testa uscito per questione di centimetri. I padroni di casa hanno alzato i ritmi soltanto nella ripresa: dopo quattro minuti Tameze, precedentemente ammonito per aver steso Mkhitaryan dal limite, è stato espulso in seguito a una revisione al Var.
All’11’ Calhanoglu, al termine di un’azione manovrata in stile cestistico, è riuscito a superare Milinkovic-Savic con una conclusione di prima intenzione. Quattro minuti più tardi il turco ha siglato la doppietta personale trasformando il rigore conquistato da Thuram per un fallo in area di Lovato. La seconda rete nerazzurra ha praticamente sancito la fine del match, Inzaghi ha dato spazio a chi ha giocato meno in una stagione trionfale: Lautaro ha cercato il gol in un paio di occasioni, timidi i tentativi di Asllani e Frattesi dalla distanza. Nell’accademia finale il Torino ha provato qualche affondo senza però riuscire a superare Sommer.
IL TABELLINO
INTER (3-5-2): Sommer 6; Pavard 6.5, De Vrij 6, Bastoni 6.5 (26’st Buchanan 6); Darmian 6, Barella 6.5 (27’st Arnautovic 6), Calhanoglu 7.5 (18’st Asllani 6), Mkhitaryan 6.5 (18’st Frattesi 6), Carlos Augusto 6; Lautaro Martinez 6.5, Thuram 6.5 (18’st Sanchez 6).
In panchina: Di Gennaro, Audero, Sensi, Cuadrado, Klaassen, Acerbi, Bisseck, Dimarco.
Allenatore: Inzaghi 7.
TORINO (3-4-1-2): Milinkovic Savic 6; Lovato 5, Buongiorno 5.5, Rodriguez 5.5 (27’st Masina 6); Bellanova 6, Tameze 5, Ilic 5.5, Lazaro 5.5 (18’st Vojvoda 6); Ricci 6, Vlasic 5; Zapata 5.5 (18’st Sanabria 5.5).
A disposizione: Gemello, Popa, Pellegri, Kabic, Okereke, Dellavalle, Silva, Savva.
Allenatore: Juric 5 ARBITRO: Ferrieri Caputi di Livorno 5 RETI: 11’st, 15’st (rig). Calhanoglu NOTE: terreno di gioco in buone condizioni. Spettatori: 71.686.
Ammoniti: -. Espulsi: 4’st Tameze. Angoli: 5-4. Recupero: 2’pt
5’st.
LA FESTA SCUDETTO
Al triplice fischio finale della sfida vinta contro il Torino è partita ufficialmente la festa dell’Inter. I nerazzurri sono scesi in campo con uno striscione su cui erano presenti le due stelle e la scritta “Campioni d’Italia”. Sorrisi e cori della squadra insieme ai propri tifosi, molti giocatori hanno portato in campo le proprie famiglie. La squadra ha poi fatto un giro di campo per salutare tutto il pubblico, tra i più scatenati Marko Arnautovic: l’austriaco ha diretto i cori come nel 2010 quando l’Inter vinse la Champions League. Dalle 16 la festa nerazzurra per le vie di Milano.
Jerez, vince Pecco Bagnaia: Marquez e Bezzecchi completano il podio
Francesco Bagnaia (Ducati Lenovo) ha vinto il Gran Premio di Spagna, dopo un duello acceso con Marquez negli ultimi giri. Per il pilota di Chivasso si tratta del terzo successo consecutivo sul tracciato di Jerez.
Secondo posto per Marc Marquez (Ducati Gresini) ad un passo dal ritorno alla vittoria sulla pista di casa. Gradino più basso del podio, invece, per Marco Bezzecchi (Ducati Pertamina), tornato finalmente competitivo. Quarto posto per Alex Marquez (Ducati Gresini); quindi, quinto Enea Bastianini (Ducati Lenovo).
Nell’ordine, chiudono la top ten Brad Binder, Fabio Di Giannantonio, Miguel Oliveira, Maverick Vinales e Pedro Acosta. È caduto, invece, Jorge Martin (Ducati Prima Pramac), nel corso dell’undicesimo giro, mentre era in testa alla corsa: il vicecampione del mondo rimane comunque leader del mondiale. Out anche Zarco, Miller, Morbidelli, Espargaro, Pedrosa.
Catania ingiudicabile, una delle peggiori stagioni della storia consegna un trofeo e i playoff
di Santi Liggieri
Tracciare giudizi universali sul Catania è impossibile. Ciò che ci restituisce la stagione regolare dei rossazzurri è infatti tutto e il contrario di tutto. Una salvezza agguantata all’ultima partita utile grazie ad una vittoria su una delle squadre più quotate del Girone C.
Ma contemporaneamente l’accesso ai playoff nazionali, obiettivo su cui tanti avrebbero messo la firma a inizio stagione, maturato attraverso un cammino in coppa ogni oltre aspettativa, che ha consentito mettere in bacheca anche un trofeo. Il tutto in un’annata in cui nulla è sembrato funzionare. Un ritiro estivo messo in piedi alla meno peggio, una squadra costruita a ridosso dell’avvio della stagione e che non ha potuto giovare di un precampionato all’altezza delle ambizioni. L’arrivo della scommessa Tabbiani e l’idea di portare in campo un calcio dominante, tramontata dopo appena tre mesi. L’allontanamento del direttore sportivo Laneri. Il tentativo di cambio di rotta con Lucarelli e un mercato di gennaio in cui è stata rivoluzionata la rosa. Tutto inutile.
Il Catania muta pelle e veste tattica più volte ma i risultati non arrivano. Via Lucarelli. Per cercare la scossa definitiva panchina affidata a Michele Zeoli, uno che la maglia rossazzurra la conosce bene. Ma la stagione del Catania è gattopardiana. Tutto cambia affinché nulla cambi. Ciò nonostante questo gruppo vive di rigurgiti d’orgoglio e porta a casa partite difficili e decisive proprio quando il baratro è sempre più vicino. Una squadra illeggibile che in un campionato chiuso con 17 sconfitte, segnando di fatto una delle peggiori annate della sua storia, può giocarsi ancora le sue chance per agguantare una promozione, scenario che si avvicina ad uno dei segreti di Fatima.
Mantenendo un po’ di sano realismo è difficile pensare che i rossazzurri visti fin qui possano reggere l’urto dei playoff, ma nonostante sia impossibile fidarsi di questo Catania, bisogna mettere da parte la ragione.
Nulla di fatto tra Juventus e Milan nella gara della 34esima giornata giocata nel pomeriggio a Torino.
L’attesa sfida dell’Allianz Stadium tra la terza e la seconda della classifica è terminata senza reti dopo 90 minuti molto al di sotto delle aspettative. Due squadre che hanno confermato anche nell’occasione l’inversione di tendenza degli ultimi tempi e un livello qualitativo nel complesso piuttosto basso. Un pari che potrebbe far felici soprattutto le inseguitrici nella corsa alla prossima Champions League. Primo tempo decisamente avaro di emozioni. Tanto equilibrio ma poche emozioni e ancor meno occasioni da gol. L’unica degna di nota è stata quella in pieno recupero quando, su calcio di punizione, Vlahovic ha chiamato alla parata sul proprio palo Sportiello che ha deviato in corner.
Nel complesso, la difesa del Milan, nonostante l’emergenza ha tenuto bene, mentre l’innesto di Yildiz al posto di Chiesa non ha sortito nella prima parte di gara quella pericolosità che i tifosi bianconeri avevano auspicato con la presenza del talento turco in campo. Ritmi decisamente bassi, Juventus leggermente più propositiva ma Milan che ha controllato la gara con un più attento possesso palla. Ripresa un po’ più vivace e in avvio ancora l’estremo difensore rossonero grande protagonista: al 5′, Sportiello ha negato dapprima il gol sul tiro da conclusione defilata di Kostic quindi è stato abile a fermare anche il successivo tap-in di Danilo. Solo al 21′ la prima occasione degna di nota per il Milan con una conclusione dalla distanza di Loftus-Cheek che è uscita non di molto alla destra di Szczesny. Allegri ha provato a dare un po’ più di brio all’attacco bianconero e la Juventus si è resa nuovamente pericolosa al 28′ con i neo entrati Chiesa e Milik: il primo ha saltato Musah e ha crossato al centro per la testa del secondo che ha chiamato il portiere del Milan alla parata in presa bassa. Finale ancora di marca bianconera ma, al 41′ dopo il colpo di testa di McKennie non trattenuto da Sportiello, è stato Thiaw a salvare su Rabiot, mentre pochi istanti dopo un colpo di testa di Milik non ha inquadrato il bersaglio grosso.
IL TABELLINO
JUVENTUS (3-5-2): Szczesny 6; Gatti 6, Bremer 6.5, Danilo 6; Weah 5.5 (26’st McKennie 6), Cambiaso 6, Locatelli 6, Rabiot 6, Kostic 6 (18’st Chiesa 6); Vlahovic 6 (17’st Milik 6), Yildiz 5.5 (37’st Miretti sv).
In panchina: Pinsoglio, Perin, Alex Sandro, Rugani, Tiago Dialò, Alcaraz, Nicolussi Caviglia, Iling-Junior, Kean.
Allenatore: Allegri 6.
MILAN (4-2-3-1): Sportiello 7; Musah 5 (37’st Bartesaghi sv), Gabbia 6.5, Thiaw 6, Florenzi 6 (17’st Bennacer 6); Adli 6, Reijnders 5.5; Pulisic 5.5 (38’st Chukwueze sv), Loftus-Cheek 6 (37’st Zeroli sv), Leao 5.5; Giroud 5 (26’st Okafor 5.5).
In panchina: Maignan, Nava, Caldara, Simic, Terraciano.
Allenatore: Pioli 6.
ARBITRO: Mariani di Aprilia 6.