FIRENZE (ITALPRESS) – “Abbiamo grande rispetto della Francia che è una nazionale ed hanno giocatori che militano in grandi squadre, così come ce l’abbiamo noi ma siamo l’Italia e non dobbiamo temere nessuno, dobbiamo invece avere rispetto. Dobbiamo guardare a noi stessi, provare la partita, perchè abbiamo i giocatori per farlo e a fine partita vedere come sarà andata”. Lo ha detto il centrocampista Salvatore Esposito dal ritiro di Cluj dove la Nazionale italiana Under 21 sta preparando l’esordio, in programma giovedì, contro la Francia, nell’Europeo di categoria. Nei giorni scorsi Esposito ha paragonato la Nazionale Under 21 all’esercito spartano. “Questa è una cosa che parte da molto lontano, dal nostro ct Nicolato, una cosa che ci ha inculcato da tanti anni, un motto che ci ha trasmesso lui e lo abbiamo sempre portato avanti e porteremo avanti fino alla fine” ha spiegato Esposito, che in merito al futuro personale ha aggiunto:”E’ l’obiettivo di tutti i ragazzi giocare nella massima serie però io sto bene a Spezia, devo tanto al club perchè mi ha dato la possibilità di assaggiare la serie A ed in questo momento penso solo all’Europeo Under 21 perchè ci giochiamo veramente tanto”.
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FIRENZE (ITALPRESS) – Il campionato di serie C 2023-2024 prenderà il via il prossimo 27 agosto per concludersi con la stagione regolare domenica 28 aprile 2024. Lo ha deliberato il consiglio direttivo di Lega Pro nei giorni scorsi e reso noto oggi con un comunicato a firma del presidente Matteo Marani. Si giocherà sabato 23 dicembre, mentre domenica 31 è prevista una sosta. Ci saranno anche tre turni infrasettimanali da determinare, mentre i play-off prenderanno il via domenica 5 maggio. Play-out nei giorni di sabato 11 e 18 maggio con le gare di andata e ritorno. La Coppa Italia di serie C prenderà invece il via domenica 20 agosto.
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ROMA (ITALPRESS) – “Terminerò la mia carriera di atleta agonista. Dopo diverse visite mediche, mi è stato comunicato che ho una degenerazione disco lombare della schiena. Ciò non consente una costante preparazione e competizioni continue. Pertanto, è impossibile continuare ai massimi livelli in un campo così altamente competitivo”. Lo ha scritto oggi, su Instagram, Anett Kontaveit. La giocatrice estone, attualmente numero 79 del mondo, giunta la scorsa stagione fino al secondo gradino del ranking Wta, si arrende quindi ai recenti guai fisici.
“Il tennis mi ha dato e insegnato molto e di questo sono molto grata. Per me è stato importante portare la bandiera estone sui campi da tennis e poter giocare davanti ai miei sostenitori in tutto il mondo. Sono pronto per nuove sfide dopo il mio ultimo sforzo come tennista professionista: cercherò di godermi il gioco e di competere il più duramente possibile a Wimbledon”, ha aggiunto la tennista estone, 27enne, vincitrice in carriera di sei titoli Wta.
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NAPOLI (ITALPRESS) – “Il sogno è vincere dei trofei, sono qui per questo”. E’ questo il messaggio con cui Rudi Garcia si presenta al Salone delle Feste del Museo e Real Bosco di Capodimonte come nuovo allenatore del Napoli. “Voglio fare i complimenti al presidente e alla squadra per quello che hanno fatto. Quando sono arrivato in città ho visto tutte queste bandiere, questi striscioni, mi sono reso conto che la città è molto fiera della sua squadra e il mio obiettivo è far sì che continui a esserlo anche in futuro. Il Napoli è una squadra che ogni anno deve giocare la Champions ed essere una squadra importante in Italia. Che regalo mi aspetto da De Laurentiis? Il primo regalo è essere qui a Napoli. Col presidente ci siamo trovati sulle ambizioni. Io – sottolinea il tecnico francese – ho sposato il progetto sportivo, volevo solo essere sicuro che il presidente voleva vincere dei trofei. So che se un giocatore ha un’offerta alla quale non si può rinunciare va via ma nessuno è insostituibile. Ho fiducia nel presidente, nella squadra mercato: ci sono giocatori che hanno fatto benissimo la scorsa stagione che nessuno conosceva, faremo di tutto per fare una bella squadra”. L’eredità di Spalletti è pesante “ma io non ho paura di niente. Questo scudetto deve dare tanta fiducia ai giocatori ma quando si inizierà il precampionato si riparte da zero. Non farò rivoluzioni, ma metterò comunque il mio tocco. La rosa è ampia, ci sono in panchina giocatori che possono risolvere la partita. E il presidente è ambizioso, mi darà una squadra di qualità con cui poter continuare a far divertire i tifosi. Se i giocatori sono motivati come me, saremo una squadra tosta, che lotta. Quando hai vinto puoi addormentarti ma sarò lì a mettere la sveglia, pronto a far crescere tutti”, ha aggiunto il tecnico francese ex Roma, che a distanza di sette anni dalla sua avventura giallorossa trova un calcio italiano che “è tornato in alto, in Europa e nel mondo. Questa è una bellissima cosa. Speriamo di portare in alto in Europa i colori del Napoli la prossima stagione”.
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NAPOLI (ITALPRESS) – “Lo scudetto è stato un fatto iniziatico, che avevano cercato di anticipare negli anni precedenti e finalmente ce l’abbiamo fatta. Speriamo che non sia un caso ma l’inizio di un percorso che una città come Napoli merita. Adesso il nostro obiettivo è provare a ripeterci. E speriamo anche di arrivare in finale di Champions, ci metterei la firma”. Aurelio De Laurentiis accoglie Rudi Garcia, presentato come nuovo tecnico dei campioni d’Italia al Salone delle Feste del Museo e Real Bosco di Capodimonte. “Avevo visto che Rudi a Roma è arrivato per due volte secondo, e il primo aveva iniziato con 10 vittorie consecutive: a quel punto mi sono detto che questo signore fa al caso nostro. Col Lione aveva sfiorato anche qualcosa di importante in Champions – il riferimento alla semifinale raggiunta dal tecnico francese nel 2020 – e sapete quanto ci tengo alla Champions per quanto sia sbagliata come l’Europa League e la Conference. Da solo non posso modificare quello che si è incrostato nel sistema ma la Champions è un parterre che mi permette di aumentare l’importanza del brand Napoli nel mondo”. Il presidente dei partenopei è pronto ad assecondare le ambizioni del tecnico francese e farà di tutto per trattenere Osimhen: “L’ho detto da tempo che rimane. Se poi arrivasse un’offerta irrinunciabile per la salute del Napoli vedremo, valuteremo. Ma col giocatore abbiamo già parlato prima della festa scudetto. Siamo in linea di massimo d’accordo sul prolungamento di altri due anni”. De Laurentiis guarda però anche oltre il campo. “Dopo aver vinto uno scudetto c’è da ripetersi e vincere in Europa ma non basta, c’è da cambiare il mondo del calcio, le tante cose che non funzionano. Quando mi chiedono se vorrei entrare in politica, rispondo che la politica è il gioco del compromesso e io non sono l’uomo del compromesso”.
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ROMA (ITALPRESS) – La Roma si conferma l’assoluta protagonista di questa prima fase di calciomercato, fra arrivi, cessioni e rinnovi. L’ultima operazione annunciata dal club giallorosso è la conferma di Bryan Cristante, che ha prolungato il proprio contratto con il Club fino al 30 giugno 2027. “La Roma è diventata a tutti gli effetti la mia seconda famiglia – sono le parole di Cristante -, rinnovare il mio contratto era un obiettivo e sono felice di averlo raggiunto: ci tengo a ringraziare la proprietà e il club per questo prolungamento. Sono qui da qualche anno ormai e ho avuto il privilegio di veder crescere costantemente la squadra e la Roma in generale, grazie a una società che ci ha consentito di lavorare bene. Da parte mia continuerò a dare il massimo per questa maglia e per questa piazza, che è molto esigente ma che restituisce ancora di più di ciò che chiede”. Arrivato nella Capitale nell’estate del 2018 dall’Atalanta, Cristante ha collezionato 228 partite e 11 gol in cinque stagioni con la maglia della Roma. “Siamo davvero soddisfatti di poter annunciare questo rinnovo – aggiunge il general manager dell’area sportiva, Tiago Pinto – Cristante negli anni è stato protagonista di una crescita costante e ha conquistato con merito tutti i traguardi che ha raggiunto, compresi i titoli internazionali conseguiti con la Nazionale e con la Roma. Di stagione in stagione Bryan non si è mai fermato, ha sempre messo gli interessi della Roma davanti a tutto e, ai nostri occhi, incarna le doti che vorremmo trasmettere ai nostri giovani, su tutte la professionalità e il coraggio”.
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L’U.21 sbarca in Romania, Caprile “Puntiamo a vincere gli Europei”
CLUJ-NAPOCA (ROMANIA) (ITALPRESS) – “Iniziare bene è sempre importante, abbiamo il massimo rispetto nei confronti di ogni squadra, ma siamo consapevoli di potercela giocare con tutti”. Suona la carica Elia Caprile, sbarcato col resto dei compagni a Cluj dove la nazionale Under 21 disputerà tutti e tre gli incontri della fase a gironi degli Europei: Francia, Svizzera e Norvegia nell’ordine gli avversari degli azzurrini, che in gruppo hanno accolto anche Wilfried Gnonto, reduce dagli impegni con l’Italia di Mancini in Nations League. Già il match contro la Francia di giovedì sera potrà dire molto sulle ambizioni dell’Under 21. “Siamo un grande gruppo, stiamo bene insieme e siamo forti – assicura Caprile in un’intervista esclusiva al sito Figc – Non vedo sulla carta tante nazionali superiori a noi, siamo l’Italia e puntiamo a vincere l’Europeo”. Come già sottolineato venerdì in conferenza stampa da Lorenzo Pirola, l’esperienza maturata nell’ultimo anno da gran parte dei giocatori e il maggior minutaggio fatto registrare con i club lasciano ben sperare. “Nella rosa solo in tre abbiamo giocato in Serie B. Tutti gli altri hanno giocato in pianta stabile in Serie A, alcuni hanno fatto anche le coppe europee, andando peraltro molto avanti. Fisicamente stiamo bene anche perchè a fine giugno è difficile trovare un giocatore fuori forma. Ora fa tutto la testa, è fondamentale avere la giusta concentrazione”. E per Caprile non è stato semplice riattaccare subito la spina dopo la delusione per la sconfitta nella finale dei play off di B con il Cagliari. “La vita va avanti, cerco di non pensarci più anche perchè altrimenti mi sale la tristezza. Per fortuna ho l’occasione di stare qui, adesso la testa è solo all’Europeo. Il mercato? Vivo tutto molto serenamente, il telefono non ha mai squillato e non mi interessa chiamare il mio procuratore. Quello che posso dire è che a Bari sto benissimo, vedremo che succederà”. Ventidue anni il prossimo 25 agosto, ha già fatto diverse esperienze. Cresciuto nel Chievo, un anno e mezzo al Leeds, dove non ha mai esordito in prima squadra ma ha conosciuto Marcelo Bielsa (“lui e Nicolato hanno in comune l’attenzione per la video analisi”), dopo un campionato in Serie C con la Pro Patria si è fatto apprezzare a Bari. Da titolare indiscusso nel club pugliese, è pronto a calarsi in una nuova veste per aiutare la squadra. “E’ una situazione un pò nuova, il compito mio e di Turati è quello di aiutare Marco (Carnesecchi, ndr) e i compagni a fare bene – prosegue – Dovremo essere dei collanti per il gruppo. Ho accettato questo ruolo con enorme felicità, non capita tutti i giorni di fare un Europeo”. La sintonia tra i tre portieri è massima: “Stiamo bene insieme. Stefano è il più estroverso, io sono un pò più introverso e Marco è un mix tra noi due. Siamo gli unici qui a conoscere le difficoltà del nostro ruolo e ci supportiamo a vicenda. Cosa invidio a loro? A Carne la parata a croce, la fa alla grande, mentre a Stefano l’uscita a terra in attacco palla. Io invece sono molto bravo nell’uno contro uno”.
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ROMA (ITALPRESS) – Si colora di bronzo la medaglia di Yuri Ferrigno al Canada Para-Badminton International. L’azzurro, come nei quattro precedenti tornei, è riuscito nuovamente ad andare a podio nel doppio misto insieme alla compagna, la peruviana Pilar Jauregui, con cui è stato fermato soltanto in semifinale ed ha dovuto cedere in due set (21-15; 21-19) al cileno Jaime Aranguz e alla belga Man-Kei To conquistando così il gradino più basso del podio.
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ROMA (ITALPRESS) – “C’è stata una linea di arbitraggio più europea, con un miglioramento nella fluidità nel gioco. Non è stato un percorso semplice, ma i risultati sono molto positivi. Ma non dobbiamo dimenticare che il campionato italiano non è la Champions League: dobbiamo adattarci al nostro campionato, cercando di prendere spunto dalle competizioni europee che sono riferimento per tutti”. Lo ha sottolineato Gianluca Rocchi, designatore arbitrale di Serie A e B, ospite di ‘Radio Anch’io Sport’ su Rai Radio 1. In cosa si può migliorare per la prossima stagione è presto detto: “Sono contento di come hanno lavorato tutti gli arbitri, soprattutto nelle condizioni in cui hanno lavorato, abbiamo avuto anche problemi interni non indifferenti, sono riusciti ad estraniarsi da tutto – spiega l’ex fischietto internazionale – Si può migliorare nella continuità di rendimento, ogni tanto abbiamo avuto anche noi qualche scivolone, soprattutto i più giovani devono meritarsi la grande fiducia nostra e dei club”. In merito all’organico, Rocchi annuncia che “è da ridurre in maniera drastica, dobbiamo tornare a 40-42 arbitri, ora ne abbiamo dieci oltre il numero massimo. Quest’anno scenderemo di tre: è un lavoro faticoso, per me il più difficile, è da non dormirci la notte, non è facile togliere il sogno della Serie A. Ma servono meno arbitri e più presenze sul treno del gioco”. Circa le conferenze stampa nel post-partita, “l’obiettivo è farne con più frequenza. Il presidente Aia Pacifici è d’accordo con me: quando abbiamo modo di spiegare un episodio, abbiamo sicuramente risolto tutti i problemi. Sulle interviste post-partita non trovo corretto farle fare agli arbitri, non perchè non ne siano in grado, ma l’adrenalina è ancora alta, non c’è neanche grande voglia di ascoltare il motivo per cui un arbitro ha commesso o meno un errore. L’unica risposta che si vorrebbe sentire è ‘sì, ho sbagliatò. Ma avremo risolto poco, a noi non interessa se ha sbagliato o meno, quello ci si arriva subito, ma perchè. La soluzione può essere quella di avere uno spazio nostro ogni 15 giorni o una volta al mese per spiegare gli episodi. Gli assistenti devono invece tornare ad essere due arbitri aggiunti. La tecnologia ha invaso la loro area di competenza. Se vogliono avere un futuro vero, devono ritornare ad avere un ruolo tecnico”. Rocchi si sofferma poi su due specifici allenatori. “Se esiste un problema Mourinho per gli arbitri? Non esiste alcun problema Mourinho, nè personale nè di gruppo. Noi rispettiamo tutti alla stessa maniera. Quello che chiederemo a tutti gli allenatori comportamenti corretti in panchina. Quest’anno c’è stato un miglioramento rispetto al mio primo anno da designatore che fu un dramma. Dobbiamo combattere questo malcostume ed essere severi nelle decisioni”. C’è poi il ritorno di Rudi Garcia in Italia: il neo allenatore del Napoli con Rocchi fece il famoso violino durante Juve-Roma nel 2014. “Ricordo bene quella partita, mi creò parecchi problemi. Con una battuta, posso dire che con la tecnologia probabilmente in quella partita non ci sarebbe stato il violino di Garcia, avrei avuto molta più facilità nella risoluzione di alcuni problemi. Quel Juve-Roma è una di quelle partite in cui rimpiango di non aver avuto la tecnologia, forse oggi discuteremmo di un’altra storia. Mi fa piacere ritrovare Garcia, è un grande allenatore”. In merito alla diffusione dialoghi arbitri-Var, “non abbiamo alcun segreto, diffonderemo qualsiasi caso. Vogliamo avere comunicazioni pulite e ascoltabili. Purtroppo delle volte la comunicazione tra Var e arbitro ha fregato i ragazzi in campo. Ma ci abbiamo lavorato”. Capitolo tempo effettivo: “Non lo dettiamo noi arbitri, ma i calciatori. Faccio un esempio: l’arbitro Massa ha arbitrato Spezia-Fiorentina con 45 minuti di tempo effettivo, cioè praticamente niente, e Juve-Lazio con 61 minuti. Il tempo effettivo lo hanno dettato le squadre coinvolte. Siamo partiti da 51 minuti, ora siamo a 54. Ho cercato di lavorare sulle perdite di tempo, limare gli on field review. Non si può aspettare due minuti per battere un calcio di punizione. Su questo possiamo fare fino a un certo punto, ma poi la fluidità del gioco dipende dai giocatori”. Infine, sul fuorigioco semi-automatico: “Il termine semi-automatico fa capire come serva sempre la parte umana. Stiamo lavorando sulla velocità, ma la priorità è l’accuratezza della decisione – termina Rocchi – Ci abitueremo ad essere più veloci”.
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ROMA (ITALPRESS) – “C’è una grande forza in questo campionato: ha una base popolare e una vicinanza alle persone unica. In questi mesi ho visto l’Italia, il Paese, la passione dei tifosi perchè questo è un campionato che raccoglie 60 squadre, quindi 60 città, e oltre 4 milioni di tifosi. Anche nella festa di ieri a Lecco, ho visto tante persone, famiglie, bambini e questo vale a ogni latitudine d’Italia. Noi veramente teniamo insieme l’Italia, da Trento a Messina, da Trieste a Catania, abbiamo tutte le città importanti grandi ma anche un pò più piccole: è la bellezza della Serie C”. Così Matteo Marani, presidente della Lega Pro, ospite di Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1. Poche ore e si avrà il lotto definitivo delle 60 squadre partecipanti nella prossima stagione di Serie C: “Lo sapremo domani, il 20 giugno è il giorno di scadenza delle iscrizioni, avremo un quadro completo – sottolinea Marani – E’ chiaro che la sfida della sostenibilità è importante, è difficile. Credo che in questo ci sia una responsabilità generale di sistema e penso che la Serie C debba essere aiutata da chi ha più mezzi e più forza, perchè alla fine va a sostenere la base della piramide. Dalla C devono partire i giovani. Nel nostro paese spesso non si è ragionato di sistema, ma si è pensato che ogni campionato fosse a sè. Invece facciamo tutti parte di una filiera: se sta bene la Serie C, stanno bene la B e la A. Siamo tutti insieme, secondo me viverla e pensarsi in maniera individuale non va bene”. “Se ci sono delle situazioni di opacità in alcune dirigenze e società, non spetta alla Lega, ma semmai ad altri organismi di controllo delle regole – prosegue il numero uno della Lega Pro – Se il calcio è sostenibile, è chiaro che l’imprenditoria sana ha le sue soddisfazioni. Se il calcio si rende insostenibile, questo può portare l’imprenditoria sana ad allontanarsi, lasciando spazio ad altre situazioni. Ma in C ci sono anche bellissime realtà, penso alla Feralpisalò. Il messaggio è che tutti hanno una responsabilità: a me colpisce ad esempio che tanti soldi escano fuori sistema. I mezzi e le risorse, soprattutto quando non sono troppe, debbano rimanere all’interno del sistema”. Perchè non decollano le seconde squadre è presto detto: “Forse andrebbe chiesto ad altri. Noi abbiamo dato disponibilità. Devo anche ringraziare i miei club, perchè è chiaro che l’arrivo di eventuali seconde squadre va a limitare la presenza di attuali club. Ci siamo già resi disponibili col ripescaggio all’ipotesi di una seconda seconda squadra. Mi auguro che questo gesto altruista della Lega Pro sia colto e raccolto dagli altri, non era scontato. Vediamo chi arriverà. Come dimostrato dalla Juve, le seconde squadre hanno sicuramente dei benefici. Anche perchè è necessario guardare ai giovani: pochi giorni fa abbiamo varato un nuovo regolamento sul minutaggio che va a premiare i prodotti del settore giovanile. La Nazionale ha bisogno di ragazzi e la C deve fare qualcosa e si deve cimentare”. Infine, sulla favola Lecco: “Il Lecco se l’è conquistata questa promozione, partiva da underdog e piano piano ha scalato. Ha ribaltato situazioni difficilissime come col Pordenone, ha avuto la forza di vincere a Cesena e poi ha vinto questa finale col Foggia. Il Lecco è una squadra tosta, guidata da un eccellente allenatore come Foschi. Mi è piaciuto molto anche come ha comunicato in queste settimane, molto sobrio e bravo a spegnere le polemiche. Sono stati dei playoff molto belli, emozionanti, con tanti colpi di scena. Un’edizione molto fortunata. A me piace moltissimo la formula dei playoff: in un mese si organizza un piccolo grande torneo a cui prendono parte 28 squadre, si gioca continuamente”.
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