Dai musi lunghi alle vie legali. Giocatori, tecnici e addetti ai lavori protestano da tempo contro i calendari calcistici sempre più intasati. Oggi il malcontento è stato formalizzato: i sindacati dei calciatori e le Leghe hanno presentato un reclamo alla Commissione Europea contro la Fifa per l’imposizione del calendario internazionale delle partite. Il reclamo evidenzia il “conflitto di interessi della Fifa”, che agisce sia come organizzatore di competizioni sia come organo di governo, senza un significativo coinvolgimento delle parti interessate, violando il diritto della concorrenza dell’UE.
La denuncia si concentra in particolare sul calendario internazionale maschile, compreso il Mondiale per club Fifa 2025 e la Coppa del mondo 2026. Secondo FIFPRO Europe e le Leghe europee, l’eccessiva saturazione del calendario mette a rischio la sicurezza e il benessere dei calciatori e minaccia la sostenibilità economica e sociale delle competizioni nazionali. Il reclamo è stato presentato alla direzione generale della Concorrenza della Commissione Europea contro la Fifa per la sua condotta.
I dirigenti di sindacati e leghe, in una conferenza stampa a Bruxelles, hanno sottolineato l’assenza di un giusto iter decisionale da parte della Fifa, accusandola di usare il suo potere per promuovere i propri interessi commerciali a scapito degli stakeholders. La Fifa, secondo il reclamo, deve esercitare il suo ruolo di ente regolatore in modo trasparente e non discriminatorio, neutralizzando il conflitto di interessi.
Il CEO della Lega di Serie A, Luigi De Siervo, ha ribadito che, a differenza della Uefa, che ha consultato le parti prima di riformare le competizioni, la Fifa ha imposto le sue decisioni senza discussione. “Negli ultimi 20 anni i campionati europei non hanno aumentato il numero di partite, mentre Fifa e Uefa lo hanno fatto costantemente”, ha dichiarato De Siervo.
Italpress